Regia di Manoel de Oliveira vedi scheda film
La vita parigina di un grande attore non è, contrariamente a come ci si potrebbe aspettare, mondana e sfavillante, bensì tranquilla e solitaria, oltre che intrisa di dolore e tenerezza. E se il teatro dei classici, nonostante l'avanzare dell'età, continua ad essere il suo mondo, il cinema e la televisione lo vorrebbero diverso da come gli anni lo hanno fatto diventare. "Ritorno a casa" è un'amara riflessione sul tramonto di un artista: se anche la sua passione è immune al logorio del tempo, il confronto con i nuovi mezzi e canoni espressivi è in grado, in un solo istante, di farlo sentire vecchio e inadeguato. Manoel de Oliveira, come in "Belle toujours", ci impartisce una lezione sul giusto modo di vivere l'ultimo quarto della vita: non si tratta di fingere la giovinezza, né di macerarsi nella nostalgia. Gilbert Valence avrebbe tutti i motivi, personali e professionali, per rimpiangere il passato, eppure non versa lacrime, e va avanti nei limiti consentiti dalle sue energie e dai suoi principi, affrontando con saggezza il momento in cui è opportuno ritirarsi.
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