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Ritorno a casa

Regia di Manoel de Oliveira vedi scheda film

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La recensione su Ritorno a casa

di steno79
9 stelle

Uno dei pochi film di Manoel De Oliveira che sono riuscito a vedere, "Je rentre a la maison" è uno dei migliori film del regista lusitano nella fase conclusiva della sua carriera, girato alla veneranda età di 92 anni. Presentato al festival di Cannes nel 2001, avrebbe meritato qualche premio importante ma non vinse nulla, neppure per la magistrale interpretazione di Michel Piccoli, incredibilmente battuto dal giovane Benoit Magimel di "La pianista". È una riflessione sul mestiere dell'attore, sulla vecchiaia incombente e sull'elaborazione del lutto, girata con uno stile minimalista e spoglio che si avvale dei piani fissi così amati da De Oliveira; è un film antispettacolare basato tutto sulla sottrazione, ma se si entra nell'umore giusto può regalare emozioni genuine. La storia di Gilbert Valence, attore teatrale parigino che perde in un incidente la moglie, la figlia e il genero, si occupa del nipotino e rifiuta i compromessi in campo lavorativo per preservare la sua dignità serve al regista per costruire un'opera insolita, che ricorre a lunghe parentesi intertestuali con scene recitate a teatro tratte da "Il re muore" di Ionesco e "La tempesta" di Shakespeare, ma dove nel resto della pellicola i dialoghi sono abbastanza scarsi e ci sono idee di regia originali come il famoso dialogo con l'agente ripreso inquadrando le scarpe dei protagonisti. Ci deve essere stato più di qualcosa di autobiografico per Oliveira e per Piccoli in questo progetto, e questo aggiunge un sapore di verità che lo rende più struggente, soprattutto nella parte finale in cui l'attore comprende la limitatezza delle proprie energie e abbandona il set. L'approccio spartano della regia funziona quasi sempre, anche nelle lunghe scene teatrali che solo in apparenza sono scollegate dalla storia, mentre alcune gag visive come quella della lettura del giornale nel bistrot conservano una leggerezza che si sposa alla grazia dell'insieme. Michel Piccoli è sempre perfettamente centrato sul personaggio con una recitazione sobria e trattenuta; i caratteristi fra cui John Malkovich e Catherine Deneuve risultano funzionali, ma il film appartiene interamente all'attore francese. Scrittura fluida e riflessione disincantata ma allo stesso tempo poetica sulla vecchiaia sono le principali doti di un film che entra di diritto fra le opere importanti che la settima arte ha dedicato alla terza età.

Voto 9/10

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