Regia di Robert Lorenz vedi scheda film
Irlanda.
In un villaggio sperduto sulle coste del Donegal va a nascondersi una cellula dell'IRA dopo il casino provocato durante un'operazione nella capitale Belfast. Le attenzioni, poco rassicuranti, riposte da un membro della banda nei confronti di una bambina e di sua madre mettono in allerta Finbar, un uomo apparentemente insignificante, cittadino di Gleann Cholm Cille, e da anni membro di una comunità che l'ha accolto in seno senza dubitare mai dei suoi principi.
Robert Lorenz, produttore di riferimento per Clint Eastwood sin dai primi anni 2000 nonché assistente alla regia già dai tempi de "I ponti di Madison County", si concede una terza regia realizzando un film chiaramente ispirato al cinema del suo maestro.
Finbar Murphy potrebbe essere l'irishman di un film di Clint. Ha un proprio codice morale, tanto ferreo quanto discutibile, che ricorda quello di molti eroi interpretati da Eastwood o da lui portati sullo schermo.
"L'ultima vendetta" è un film d'azione piuttosto vibrante in cui Finbar non può esimersi dal fare ciò che deve per proteggere l'innocenza che si frappone alla violenza inusitata di chi non ha remora alcuna. Finbar non è affatto uno stinco di santo ma possiede, comunque, un codice deontologico. Rispetta le consegne, mantiene la calma, non si lascia andare ad alcuna efferatezza, non se la prende con le persone che incontra sulla propria strada. Il giardino in cui completa il proprio lavoro è l'immagine della benevolenza che egli prova per ogni "pianticella" messa "a dimora".
A contrario, secondo Lorenz, l'IRA non ha un codice morale. Individua una preda e la uccide senza prestare attenzione ad eventuali effetti collaterali. Non ha rispetto per la vittima del proprio attentato e nemmeno per chi si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Insomma Finbar è un bugiardo che per tutta la vita non ha portato rispetto per il quinto comandamento ma accetta il pericolo di mettersi in gioco per proteggere le persone che gli stanno a cuore dimostrando maestria ma anche scarso attaccamento alle cose materiali. A contrario delle organizzazioni armate che, prive di scrupoli, agiscono senza pietà.
Il ritmo è buono e il racconto procede secondo un approccio classico che parte dagli antefatti fino alla risoluzione dei conti. In tutto e per tutto "In the Land of Saints and Sinners è un western irlandese governato dalla legge e dalla giustizia del singolo.
Robert Lorenz punta il dito contro l'IRA e le sue efferatezze ma in maniera piuttosto banale e spicciola per valorizzare la propria tesi secondo cui alcuni omicidi sono meno gravi di altri. Se la morte in terra consacrata alleggerisce le colpe e la sepoltura nel bosco, che eleva la morale propria al fianco di quella celeste, è una chiave di lettura interessante del libero arbitrio, la spartizione di alcuni cattivi nei ranghi dei buoni e quella di altri cattivi tra le fila dei pazzoidi non convince se non nell'essenza superficiale di un thriller senza vere ed evidenti ambizioni sociali e politiche.
The Space Cinema - Torri di Quartesolo (VI)
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