Regia di Mary Harron vedi scheda film
New York, fine anni '80. Patrick Bateman (Bale) è il rampollo di una holding finanziaria con sede a Wall Street. Il tempo in ufficio lo passa ad ascoltare musica e a fare parole incrociate, quello fuori dal lavoro lo trascorre tra locali lussuosi, sfarzo, carte di credito, esibizione di biglietti da visita. E omicidi. È un culture del corpo e del sadismo e massacra con efferatezza ferina amici, colleghi, prostitute, in un delirio psicotico inarrestabile.
La Harron porta sul grande schermo l'immondo romanzo di Bret Easton Ellis, il best seller omonimo che tanto successo ebbe all'inizio degli anni '90. La regia è convenzionale, le scene di violenza rimangono sempre fuori campo ma l'inconsistenza della pagina scritta - un apologo sulla degenerazione dello yuppismo - non permette al film salti di qualità.
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