Regia di Mary Harron vedi scheda film
Nella New York di fine anni ’80 Patrick Bateman, cinico e narcisista, è un agiato consulente finanziario, con una bella fidanzata, che non ha assolutamente intenzione di sposare, un’amante da cui è particolarmente attratto e uno stuolo di colleghi che lo ammirano, alimentamdo il suo pericolosissimo amor proprio che sfocia specco in scatti di violenza in cui uccide sistematicamente delle persone come il più spietato serial killer.
Prodotto di una società sempre più esigente, Bateman, che non riesce affatto a stare al passo, nasconde le sue mancanze e la perenne percezione di essere inferiore a chiunque con auto, vestiti firmati e una casa lussuosa ma il baratro in cui lentamente sta precipitando e che acuisce la sua sensazione di inadeguatezza, non fa altro che aumentare la sua sete di sangue e vendetta contro un sistema corrotto di cui fa inesorabilmente parte.
Mary Harron scrive (anche se il film è ispirato all’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis) e dirige una pellicola schietta e cruda, dove il sangue scorre a fiumi e dove le persone fanno cose per lo più assurde come se fosse tutto normale o semplicemente concesso; un modo per dire che raggiunto il denaro e il successo tutto si può? Se si riesce ad andare un tantino oltre ciò che vediamo, cercandone un significato intrinseco, sembra piuttosto una denuncia, nemmeno troppo velata, al potere del denaro. Dopotutto Patrick, nonostante si macchi di ogni crimine possibile e uccida le persone con la stessa facilità con cui si uccidono gli insetti fastidiosi, la passa liscia; tutti troppo impegnati a fare soldi, tutti troppo impegnati a non perdersi nemmeno la minima possibilità di cavalcare il successo.
Oltre i significati (espliciti e non) e il senso ultimo di ciò che si vede, oltre la buona interpretazione di Christian Bale e quella eccellente di Jared Leto e Willem Dafoe, oltre qualche canzone di rilievo butta in mezzo qui e la, alla fine però resta poco o nulla.
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