Regia di Mary Harron vedi scheda film
Pessimo adattamento, riduzione, svuotamento di uno dei più bei libri di Ellis.
Il testo dell'omonimo romanzo, virtuoso, incessante, soffocante, ossessivo e psicotico, viene svuotato totalmente del suo senso, oltre ad essere ridotto ad una successione di scene banali.
Patrick Bateman, personaggio della finzione creato da Ellis e protagonista di più romanzi, è un vero e proprio Caronte che trasporta il lettore in un inferno tutto anni ottanta di uomini e donne oggetto, di corpi statuari martoriati, di firme di capi di abbigliamento, di ristoranti culto, di videocassette e lavanderie sotto casa. Un'attenzione al dettaglio maniacale che, pagina dopo pagina, ci svuota rendendoci a nostra volta apatici, gelidi e complici.
Sicuramente Avary, nell'adattamento di Le regole dell'attrazione, ha saputo far di meglio con alcune scelte stilistiche precise che rendono l'atmosfera dell'omonimo romanzo.
Invece American Psycho è un filmetto blando, dall'estetica e fotografia banali, musiche indefinibili, con un Christian Bale costantemente sopra le righe e che somiglia assai poco al protagonista del romanzo, mentre un comparto di comprimari sicuramente dai volti più interessanti, non vengono sfruttati come avrebbero dovuto.
Una riduzione di quello che avrebbe dovuto essere un grande film horror, in un popcorn thriller per ragazzini del cine del pomeriggio domenicale che mescola dettagli che ricordano più Alta Fedeltà di Horby ed un filmetto di Serie B che l'orrore Ellisiano.
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