Regia di Marco Pontecorvo vedi scheda film
La storia di un medico speciale, Antonio Maglio, pioniere della riabilitazione dei pazienti disabili, che tra le altre cose ebbe l'idea delle prime paralimpiadi, quelle tenutesi a Roma nel 1960.
L'impianto è quello di una fiction televisiva – la produzione è targata Rai – con tutto ciò che ne consegue in termini di confezione, toni e messa in scena; ma in casi come questo, come si usa dire, l'abito non fa il monaco. Se A muso duro – Campioni di vita è superficialmente un lavoro banalotto e stereotipato esattamente come il suo titolo, ciò accade soltanto per venire incontro al pubblico domestico più vasto possibile; gli argomenti sono però determinanti per valutare l'opera e, senza dubbio alcuno, essi valgono il prezzo del biglietto. Non molti sanno infatti che le paralimpiadi, evento oggi di rilevanza mondiale assoluta, nacquero per mano di un medico italiano, Antonio Maglio, che sul finire degli anni Cinquanta cominciò a sperimentare il valore riabilitativo dello sport su alcuni suoi pazienti paraplegici nella clinica di Villa Marina, vicino alla Capitale. Gli esiti furono eccellenti e questo film li racconta con i debiti abbellimenti e romanticismi da prodotto per il piccolo schermo. La sceneggiatura è di Grazia Giardiello, Roberto Jannone e del regista Marco Pontecorvo, che ormai da qualche anno lavora quasi esclusivamente per la televisione di Stato, licenziando fiction dai rilevanti contenuti. Inutile soffermarsi sull'assurdità e sul falso ideologico del nominare 'paralimpiadi' il torneo che invece nei fatti si chiamò Giochi internazionali per paraplegici (sebbene a posteriori riconosciuto come la prima paralimpiade): siamo negli anni del politicamente corretto, dell'accanimento contro le parole e le singole lettere, del rogo delle idee 'sbagliate' ed evidentemente parlare di paraplegici si ritiene dannoso – in tal modo creando, com'è ovvio, un tabù e un'onta del tutto gratuiti su tale termine. Nel cast spiccano i nomi di Flavio Insinna e Paola Minaccioni, con un ruolo laterale anche per Massimo Wertmuller. Cento minuti di durata. 3,5/10.
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