Regia di Sebastián Schindel vedi scheda film
Thriller argentino. Così, così
Luciana, una dattilografa al servizio di un noto scrittore, dopo un’avance del romanziere, che travisa un suo atteggiamento, lo denuncia per molestie sessuali; costui non batte ciglio e convocato dalla parte lesa, paga il risarcimento richiesto; tuttavia la di lui moglie, che ha problemi mentali, in seguito all’accusa contro il coniuge, ha un crollo psicologico e in un raptus di pazzia, uccide la figlia adolescente e si suicida. Nei successivi 10 anni, quasi tutti i familiari di Luciana muoiono per cause a dir poco rocambolesche. La ragazza entra in un vortice di paranoia, si persuade che il noto autore, sia anche il colpevole dei tragici decessi dei suoi cari, non sa come ma tutte le volte che qualcuno dei suoi familiari passa a miglior vita, lo scrittore è nei paraggi, o comunque in qualche modo ha a che fare con le vittime e i loro letali incidenti, che solo apparentemente sarebbero accidentali. Lei “legge” gli accadimenti, come una sorta di vendetta, legata alla biblica legge del taglione. Per dimostrare la fondatezza delle sue teorie, si rivolge a un giornalista di sua conoscenza. Il thriller argentino riesce all’inizio a tenere desta l'attenzione,grazie a una messa in scena, che felicemente restituisce l’atmosfera cupa e ambigua, anche in virtù di una prova attoriale convincente. La scrittura consente al film, perlomeno nelle prime fasi, di tenere sul filo del rasoio il pubblico, ma nello sviluppo, le dinamiche diventano sempre più inverosimili e in più, intersecando e alternando piani temporali, tra passato e presente, il prodotto cinematografico manifesta tutta la sua fragilità, mostrandosi segmentato e confuso. Certe situazioni appaiono al limite, forzate e "costrette" nella composizione narrativa e drammaturgica, solo allo scopo di consentire agli eventi di quadrare. L’epilogo che ovviamente non si svela, è molto deludente
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