Regia di Ishmael Bernal vedi scheda film
Vivido affresco corale della varia umanità nei bassifondi della Manila notturna, opera coraggiosa e all'avanguardia, per un film asiatico del 1980, nel mettere in scena personaggi bisessuali, gay, oltre a parlare senza censure di droga e di prostituzione, trattando con empatia tutti suoi imperfetti protagonisti.
UDINE FAR EAST FILM FESTIVAL 24
Affresco corale notturno che racconta senza sconti ma con grande partecipazione emotiva la vita segreta dei bassifondi della metropoli filippina dei primissimi anni 80 nei suoi aspetti più controversi ed inconfessabili, dalla prostituzione alla droga ad ogni tipo di amore al di fuori della morale tradizionale.
Febrero è un tassista dalle molte amanti donne e uomini, sebbene sia sposato con figli, che si giostra con faccia tosta tra le sue troppe relazioni, tra cui un'ingenua ragazza di provincia e una falsa infermiera che in realtà si prostituisce. L'amante gay del tassista è però innamorato di Alex, il figlio ribelle e tossicodipendente di una apparente famiglia della buona società, che già cela al suo interno altri segreti: la madre è in realtà una ex prostituta accasatisi con un cliente soldato americano per raggiungere un tenore di vita benestante. Questi e altri personaggi godono e soffrono, si illudono e si amano nelle caldi notti della grande città, nel cui ventre accogliente ogni scampolo di umanità sembra trovare una sua seppur precaria collocazione.
Il film di Ishmael Bernal colpisce come un'opera coraggiosa e all'avanguardia, per un film asiatico del 1980, nel mettere in scena personaggi bisessuali, gay, queer e ragazze tomboy, oltre a parlare senza censure e ipocrisie di droga e di prostituzione. Infatti all'epoca venne pesantemente censurato attirandosi gli strali dell'allora first lady Imelda Marcos, che lo riteneva una vergogna per l'immagine del Paese, al punto che venne anche imposto di cambiare il titolo in “City after dark” per evitare di menzionare Manila. Ma nel corso degli anni quest'opera “maledetta” si è trasformata in un cult della cinematografia filippina, recentemente restaurato e per la prima volta proiettato all'estero grazie al Far East Film Festival di Udine.
Perfettamente scorrevole pur nella sua importante durata (152 minuti), grazie alla capacità di intrecciare le vicende dei diversi protagonisti in un affresco corale interconnesso e vivido, Manila by Night utilizza uno stile realistico che certamente contribuì all’effetto shock che provocò all'uscita. L'effetto di calata nel reale è accentuato dalle musiche coeve dei primi anni 80, tra cui Call Me di Blondie.
È un'opera che si caratterizza anche per una spiccata e sfacciata sensualità nel mettere in scena con naturalezza e senza pruriginosi pudori l’incontro dei corpi negli amplessi carnali ed è anche esplicito nel mostrare senza remore baci tra uomini.
Colpisce di Bernal l'empatia con cui tratta tutti i suoi personaggi, senza farne dei santini (Febrero è un gran bugiardo e il film certo non lo assolve, l'angoscia della madre di Alex è trattata con rispetto nonostante il suo passato non limpido), ma mostrando tutta l'umanità delle mille imperfezioni di ciascuno e la pietà per il loro destino a volte tragico.
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