Regia di Umberto Marino vedi scheda film
La storia di Manuel Bortuzzo, giovane promessa del nuoto, raggiunto per errore da un proiettile durante un attentato. Manuel perde l'uso delle gambe, ma non la voglia di vivere, né quella di nuotare: appena possibile, infatti, si rimette all'opera per gareggiare alle successive paralimpiadi.
I toni melensi, la messa in scena elementare, la semplificazione della storia, le banalità sparse ovunque nei dialoghi: al netto dei prevedibili 'abbellimenti' e dei pressappochismi artistici tipici di questo genere di lavoro, Rinascere ha comunque un enorme valore. È infatti, oltre che la storia di Manuel Bortuzzo, la giovane promessa del nuoto accidentalmente gambizzata in una sparatoria, una parabola molto chiara e precisa sull'importanza della fiducia in sé stessi, nelle proprie potenzialità e nella vita – nel senso più ampio del termine. E proprio seguendo quest'ultimo spunto viene coniato il titolo: Manuel, dopo il momento più brutto della sua esistenza, rinasce: torna in vita con nuove prospettive, nuove motivazioni, nuovi mezzi a disposizione eppure sempre desideroso di dare il meglio di sé, come atleta e come essere umano. Una morale non particolarmente elaborata, certo, ma che viene definita in maniera inequivocabile dalla vicenda narrata, completamente aderente a essa: come tutte le cose semplici, anche la morale di questa fiction (sponda Rai) si rivela pian piano nella sua concretezza e nella sua efficacia. Bene Giancarlo Commare, il protagonista precedentemente visto in svariati lavori per il piccolo schermo, mentre al suo fianco i nomi più noti sono quelli di Alessio Boni, di Gea Dell'Orto e di Francesca Beggio. Sceneggiatura di Umberto Marino – il regista, ormai esperto di prodotti tv – e di Michela Straniero, tratta dall'autobiografia omonima di Manuel Bortuzzo, che compare in prima persona nel finale. 4/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta