Regia di Rodrigo Sorogoyen vedi scheda film
Le dinamiche del bullismo riportate alla vita adulta, l'accanimento verso il diverso, che stavolta non è il disperato che porta senso di insicurezza e disagio sui cui intervenire, ma al contrario, un ospite colto, volenteroso e pacifico. L'odio cova e nonostante gli sforzi per cercare il dialogo, cresce, lacera e consuma, fino ad un evento occasionale che innesca l'irreversibile spirale della violenza. Tutto questo è As bestas, un'opera di conflitti, tra compaesani, tra vicini, tra familiari, contestualizzato in una profonda Galizia che richiama le atmosfere degli zotici americani, solo che al posto delle distillerie clandestine, qui ci sono i greggi di pecore. I silenzi sono tanti, perché quella vita, dettata dai ritmi cicardiani di madre natura, una vita dura, lascia poco spazio al tempo libero e alla voglia di chiacchierare. Un film da vedere calandosi, come spettatori, in quella realtà cupa, lenta e ripetitiva, lasciando che lo sviluppo della storia faccia il suo corso fino all'epilogo più drammatico, ma inevitabile e questo lo si avverte dopo pochi minuti di visione. Ma siccome questa pazienza, questa capacità di simbiosi, non può essere pretesa dal pubblico nella sua generalità, ecco che l'opera necessetirebbe forse di una durata minore e, se vogliamo, di una sforbiciata nel conflitto madre-figlia, che in un certo senso appensantisce la visione. Buon film, ma appunto troppo selettivo alla distanza.
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