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As bestas - La terra della discordia

Regia di Rodrigo Sorogoyen vedi scheda film

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Souther78

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La recensione su As bestas - La terra della discordia

di Souther78
5 stelle

Una noia mortale. Lo definiscono thriller, ma non si capisce per quale motivo. Si tratta di un film drammatico, che si trascina per oltre due ore e un quarto, nella vana attesa di un guizzo. Lo scopo di rappresentare uno spaccato di vita vera, fuori dai tempi cinematografici, si scontra con l'inverosimiglianza di situazioni e azioni.

In un'epoca di filmoni e filmacci, in cui tutto è proteso a stupire, impressionare e ipnotizzare lo spettatore, As bestas ha l'indubbio merito di ricondurre a una dimensione più intima e intimista la visione. La sceneggiatura rinuncia a qualsiasi colpo di scena, e si focalizza sull'essere umano, nel confronto con se stesso, con l'ambiente e con i propri simili. L'operazione, come detto, è encomiabile. Purtroppo, però, il risultato è deludente: l'introspezione è frustrata dalla superficialità della psicologia, proprio a partire dal protagonista. Il nostro sembra comportarsi come uno sciocco in balìa degli eventi: ora arrabbiato, ora impaurito, ora "furbo" (anche se poi si scoprirà che furbo non era). Una miriade di eventi si presenta inspiegabile e poco convincente: dal vicino che al primo fischio attira il cane, al nipote del vicino che dice di avere un pacco di soldi, e che non gli serve altro... salvo poi volerne altri... dalla totale discrasia tra la paura costante dei vicini, all'esporsi alla loro mercè, etc.

 

Insomma, questo dramma si consuma nell'indifferenza emotiva dello spettatore, cui è preclusa l'empatia nei confronti di un protagonista che agisce in modo schizofrenico e che non offre alcuno spunto di intepretazione morale, nè è in grado di suscitare simpatia. Non è da meno (o da più) la moglie, che quasi "arreda" il film, agendo anche lei contraddittoriamente, e comunque senza evocare alcun tipo di compartecipazione.

 

Al netto di tutto, As bestas sembra un'opera di maniera che inanella inquadrature e scorci naturalistici, senza però mai entrare nel pensiero dei personaggi, nè nel cuore degli spettatori. Difficile perfino trovare una morale: i campagnoli sono brutta gente? Gli spagnoli sono campanilisti? Mai pestare i piedi ai vicini? Mah... Francamente l'unica morale valida e sensata sembra quella di non confidare nelle istituzioni e che chi pensa di potersi tutelare attraverso il sistema giudiziario è un povero cretino. Su questo si può tranquillamente concordare, posto che tutto il mondo è paese, e l'Italia in particolare è capofila.

 

Certo è che chi si aspettava un thriller finemente costruito alla Thesis, o Obre los ochos, o simili, rimarrà amaramente deluso.

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