Regia di Gerard Johnstone vedi scheda film
La piccola Cady rimane orfana dei propri genitori a seguito di un grave incidente d'auto la cui dinamica ci viene precisamente sottoposta nell'incipit teso e incalzante che precede l'avvio della storia.
Ritroviamo poco dopo la piccola, sopravvissuta non senza vistose cicatrici, per fortuna non permanenti, al terribile incidente, mentre viene accudita dalla zia Gemma (Allison Williams, attrice non nuova ai territori horror, avendo partecipato, da protagonista, all'inquietante Get Out di Jordan Peele), una brillante progettista di robotica, impegnata a trovare la soluzione per produrre e mettere in commercio la bambola perfetta ad uso e consumo di ogni bimba, e ora inevitabilmente indotta dalle drammatiche circostanze a fare da tutrice alla povera nipote.
Non senza qualche dubbio al riguardo, la donna viene incalzata a mettere a punto al più presto il progetto a cui sta lavorando, e per quello le viene quasi naturale procedere ad abbinare il nuovo sofisticato prototipo, chiamato M3gan, al profilo personale e caratteriale della nipotina.
Il robot, efficiente e pure sensibile più di molti esseri umani, finirà per divenire il centro d'attenzione di Cady, al punto da tramutare la sofisticata bambola nella sua unica amica del cuore.
A quel punto però separarsene sarà davvero difficile, perché il pupazzo inizierà a manifestare sentimenti di attaccamento morboso alla piccola, soprattutto nei momenti in cui si accorge di venir messa da parte in favore di programmi più legati alla vita reale ed a quei contatti umani che vedono M3gan inevitabilmente scartata a priori.
Prodotto dalla specializzata Blumhouse di Jason Blum, responsabile da un ventennio di aver dato una impronta decisiva al mondo del cinema di genere, sia nel bene che nel male, e diretto con mestiere, ma senza allontanarsi un attimo dai cliché del comparto, da parte del regista neozelandese Gerard Johnstone, M3gan è un progetto nato dalla mente e dalle capacità produttive del prolifico regista e produttore malese naturalizzato australiano James Wan, creatore delle note e fortunate saghe horror Saw, Insidious e Conjuring.
Da qui tutto un crescere di aspettative per un film che riprende la tensione di fortunate saghe collaterali a quelle citate, come quelle della Bambola assassina, ovvero Chucky, ma si presenta come un horror laccatissimo e prevedibile nel suo avvio di conclusione della storia, che finisce per intraprendere sentieri noti e poco originali che servono solo a ribadire le note teorie su cosa sia lecito fare o meno ogni volta che il terrore influenza le nostre scelte di vita, e soprattutto di sopravvivenza.
Manca dunque vera suspence, e le situazioni narrate non si scostano mai da scenari già calcati in mille occasioni da tutta una schiera di film che hanno preceduto questa grande produzione, anticipandone le ormai consolidate e scontate, oltre che insanguinate dinamiche.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta