Regia di Greta Gerwig vedi scheda film
Barbie è una bambola, bionda longilinea e sempre sorridente, che vive nel mondo fantastico di Barbieland in una comunità di bambole tutte chiamate Barbie che svolgono i più disparati mestieri. Ogni giorno Barbie va in spiaggia a trovare Ken, biondo longilineo muscoloso che non fa nulla nella vita se non bazzicare la spiaggia, peraltro abitata da numerosi altri bambolotti maschi di nome Ken (a parte un Allan). Le giornate a Barbieland trascorrono tutte identiche e innocue fino a quando, una sera, Barbie pensa di colpo alla morte. La sua vita non è più perfetta come prima e l'unica cosa che può fare è viaggiare nel mondo reale per conoscere la bambina che sta giocando con lei e risolvere i problemi della bambina, di modo da risolvere anche i propri.
È meglio vivere con una vagina in un patriarcato imperfetto e rivedibile, che asessuata nel regno dei propri sogni: i messaggi che traspaiono da questo lavoro non sono tutti chiarissimi e spesso risultano perfino contraddittori quando non apertamente controversi, cosa che ha mandato in tilt la critica e buona parte del pubblico generando un'hype decisamente eccessiva attorno a un film in realtà blando, a ben guardare, nei contenuti. Tra gli altri argomenti e momenti contestabili alla pellicola c'è senz'altro lo slogan fuorviante (“She's everything, he's just Ken”), contraddetto lungo l'intera storia a partire dal fatto che a Barbieland tutte le donne e tutti gli uomini sono identici e portano lo stesso nome, tranne uno: Allan (l'ottimo Michael Cera), in vago odore di omosessualità. Forse sono gli omosessuali quindi gli unici a poter essere davvero ciò che vogliono, mentre gli eterosessuali sono stereotipate macchiette che vivono esistenze ripetitive e francamente noiose? Siamo punto e a capo: voler vedere un discorso serio dietro alla trama di Barbie è una forzatura, anche perché altrimenti la Mattel non avrebbe mai permesso di essere rappresentata nella maniera denigratoria in cui viene disegnata qui – un coacervo sessista di maschi alfa incapace di credere nell'uguaglianza tra uomo e donna, sostanzialmente, nonostante l'inventrice della bambola fosse proprio una donna e cioè Ruth Handler. Si sono dunque spese già troppe parole su questo coloratissimo e frizzantissimo kolossal del nulla, girato con estrema abilità e rifinito con encomiabile cura, ma scevro di messaggi degni di nota; ci si limiti a osservare le eccellenti performance dei principali interpreti (Margot Robbie, Ryan Gosling e Will Ferrell, con parti minori per Dua Lipa e John Cena, oltre alla voce narrante di Helen Mirren nella versione originale) e a lodare l'operato di Greta Gerwig dietro la macchina da presa. Sceneggiatura: Gerwig e Noah Baumbach. 5/10.
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