Regia di Greta Gerwig vedi scheda film
Dunque, il film inizia con la citazione di 2001 Odissea nello spazio: dove nel film di Kubrick il primate lancia l'osso in aria per poi avere uno dei migliori, se non il migliore, stacco cinematografico per passare nello spazio, nel film di Greta Gerwig compare il titolo del film, Barbie.
E già dopo questo, basta solo questo, basta e avanza per alzarsi e mandare tutti a quel paese, per essere educati.
Il giocattolo femminile per antonomasia, quella bambola Barbie nata negli anni 50, diviene simbolo di riflessione sul patriarcato, del capitalismo ecc.ecc. per arrivare infine ad una misera sostituzione del potere in favore del matriarcato. Nella parte finale però, non basta più quel potere, la Barbie non vuole essere più Barbie, ma altro.
Eppure, è la triste realtà.
Sono corsi in massa a vederlo e molti si saranno convinti che in fondo, nel 900, eravamo tutti ignoranti, sopraffatti dal potere (oggi no? Oggi è diverso?). Che sarà anche vero ma infilarci i giocattoli - oggetti per bambini da far passare qualche ora con la fantasia - usarli per la propaganda di oggi, e dai! Decisamente No, grazie.
Un robot, una bambola, un risiko o la micronite sono un'evoluzione di un qualcosa che parte da lontano, antico più degli egizi. E Greta Gerwing dovrebbe leggerlo qualche libro sull'evoluzione del giocattolo, visto cosa ne ha tirato fuori da essi. Io li ho sempre considerati una forma di arte, e l'industrializzazione di questa arte è tra le poche cose che non mi disturbano, io che sono sempre stato contro l'industrializzazione.
Ma il film non mira a questo, parla del mondo di oggi, il linguaggio di oggi, il pensiero di oggi. La vittoria della donna contro l'uomo.
Tra le cose peggiori viste in vita mia, il film si conclude con Barbie dal ginecologo, e subito dopo i titoli di coda sono accompagnati da un pezzo cover trap da turarsi le orecchie.
Dimenticavo, nel mezzo, bisogna perfino sorbirsi una mocciosa che inveisce contro la Barbie sui danni da lei causati, sul capitalismo concludento con un bel "Fascista"! Per non farci mancare nulla.
Abominevole. Agghiacciante.
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