Trama
Barbie e Ken vivono all'insegna di un perfetto divertimento nell'apparentemente impeccabile mondo pastello di Barbie Land, dove non esistono né pensieri brutti né problemi. Tuttavia, i due scoprono la possibilità di viaggiare nel mondo reale e quando vi fanno visita imparano sia le gioie sia i pericoli della vita tra gli umani.
Note
«Mondo reale da questa parte» recita il cartello che Barbie e Ken intercettano sfrecciando a bordo di una decapottabile rosa. Alle spalle si lasciano Barbieland e il suo set di regole sociali e leggi della fisica alterate, come i piedini di lei a forma di “tacco 12” e l’impossibilità per lui di essere altro che il re della spiaggia. Un mondo sovvertito e plastificato, che nasconde un lato oscuro: serve ingoiare la pillola rossa, o indossare la Birkenstock al posto della decolleté rosa, per svegliarsi. Quante volte abbiamo visto il cinema raccontarci l’ipocrisia cullante e narcotizzante di una dimensione fittizia? Abbiamo evocato Matrix (1999), forse l’esempio più celebre di fuga da un mondo addomesticato e adulterato, ma prima delle Wachowski c’era il John Carpenter di Essi vivono (1988), con la sua sinistra dominazione aliena/capitalista che ripittura di edonismo la dittatura del consumismo. E giusto l’anno prima di Barbie, un’altra “bambola” di carne, la Florence Pugh di Don't Worry Darling (2022), tentava l’evasione da una simulazione stucchevole fatta di messe in piega perfette. L’idea di essere prigionieri consenzienti di una realtà illusoria, d’altronde, abita la cultura occidentale almeno dai tempi del mito della caverna di Platone, di cui esiste fra l’altro una suggestiva versione animata con narratore d’eccezione: The Cave: A Parable Told by Orson Welles di Sam Weiss (nove minuti, su YouTube). La scala che porta fuori dalla grotta non può non ricordare l’uscita di scena, dopo un ultimo saluto al pubblico, di Jim Carrey in The Truman Show (1998), universo posticcio da cui trovare la via di fuga per il mondo reale è un’impresa; la stordente confusione tra fiction e vita reale, pochi anni dopo, era al centro del Pleasantville (1998) di Gary Ross, dove alle 50 sfumature di rosa Barbie si sostituisce il garbato grigiore di una sitcom anni 50, un altro pacchetto di regole e comportamenti iper codificati. Sottrarsi alle maglie di questi universi patinati e “drogati” spesso rende assai difficile la vita dei fuggiaschi: la sensuale Holli Would (una Kim Basinger ridisegnata come pin-up) in Fuga dal mondo dei sogni (1992) di Ralph Bakshi tenta di convertirsi da cartone animato a donna vera, ma ci sono effetti collaterali; e come lei, pure il Jeff Daniels di La rosa purpurea del Cairo (1985) e il suo stretto parente Arnold Schwarzenegger in Last Action Hero - L'ultimo grande eroe (1993) vanno incontro a grossi guai quando saltano fuori dallo schermo. L’innesco, in fondo, è sempre lo stesso: una repentina, imprevista consapevolezza di star vivendo una narrazione. Come accade di colpo all’affranto Will Ferrell, personaggio letterario di un romanzo senza lieto fine, nel bellissimo Vero come la finzione (2006) di Marc Forster; e Ferrell fa da trait d’union tra Barbie e un altro classico istantaneo del genere, il mai troppo elogiato The Lego Movie (2014) di Phil Lord e Chris Miller: tutto è meraviglioso finché un giocattolo non si accorge di essere tale, e di essere sottoposto alla grande dittatura delle istruzioni del gioco. Impossibile, per il cinema, non declinare il tema in direzione videoludica: da Gamer a Free Guy - Eroe per gioco (ma non dimentichiamoci che Cronenberg, con eXistenZ (1999), era venuto parecchio prima), il videogame si trasforma in colorata prigione; ma se ci vivessimo davvero, in una simulazione? È quel che si chiede il documentario A Glitch in the Matrix di Rodney Ascher (il regista di Stanza 237), cercando prove scientifiche e filosofiche a supporto.Ilaria Feole per Film Tv 29/2023
Trailer
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Commenti (37) vedi tutti
Barbie Quinn: Missione suicida. Ovvero, se il film su Barbie l'avesse scritto e diretto James Gunn
leggi la recensione completa di SamHookeyBarbie patriarcato Barbie patriarcato Barbie patriarcato Ripetetelo altre 400 volte ed avete fatto il film Perfetta la Robbie e alcune idee stilistiche ma tutto il resto è da cestinare
commento di Doc77Avrei messo 2 stelle a questa gigantesca pubblicità sostenuta da una propaganda martellante, da vietare secondo me ai maggiori (sic) di 14 anni: ma l'ignobile ruffianata di infilarci dentro un po' di slogan femministi per farlo osannare dalla critica woke manco fosse la corazzata Potëmkin, merita un ulteriore abbassamento del voto. 2/10
leggi la recensione completa di California Mountain SnakeVisto con le migliori intenzioni nonostante le premesse del trailer e le recensioni negative. Un filmetto con pretese da mezzo musical moralistico col patriarcato trattato in modo banalissimo e piatto. La stessa idea con lo stesso impianto dozzinale poteva comunque venire meglio: regia 0/ZERO. Film brutto e sconsigliato anche ai nostalgici.
commento di ivanobluQualcuno ha parlato di "aspetto intellettuale" di questo film... AhahahahahahaAhahahahahahaAhahahahahah Voto zero.
commento di IlNinjaNoioso! Film patinato, colori sovraesposti, regia noiosa. Incentrato sulla rivincita femminile sugli stereotipi culturali. Forse frutto della cancel culture... Un grande battage pubblicitario che ha fatto leva sulle memorie infantili femminili e sulla curiosità maschile. La visione è stata solo una perdita di tempo.
commento di ottodueDeludente sicuramente, ma pure senza senso.
leggi la recensione completa di tobanisTrama inesistente, dialoghi banalissimi, del politicamente corretto travestito da scorretto e pochissimo altro. Evitatelo.
leggi la recensione completa di alfatocoferoloPeggiore film mai visto, inutile e ridicolo.Marketing e pubblicità funzionano!! voto 2
commento di nicelady55L'estetica pop, plasticosa e coloratissima - dominata da un fiammante rosa - avvolge una banale storia di emancipazione e autodeterminazione narrata con toni sin troppo didascalici e francamente poco innovativi, tra satira fanciullesca e monologhi poco ispirati. Furbo fenomeno di costume sorretto da un cast di attori carismatici e azzeccati.
commento di Fanny SallyTanti colori e ritmo frizzante,ma dare una spiegazione ai contenuti del film rimane una cosa inutile se non quella di una pura operazione di marketing.Un film vietato ai maggiori di 10 anni. Per me voto 2.
commento di ezioTanto clamore per nulla.
commento di LionessCommediola per ragazzine che nella sua mediocrità non ha nulla da dire.
commento di gruvierazVisto 50 minuti...anche troppi.
commento di Tex MurphyStrombazzato fino allo sfinimento, propone molto per poi non dire nulla (o molto poco) di quanto già detto meglio in altre occasioni. Attori solo discreti, meglio Gosling della Robbie, bella la scenografia, almeno quella... Delusione.
commento di SteSondrio88Mediamente buono e divertente. Peccato per qualche perdita di ritmo e per il finale moralistico/retorico quando il messaggio era già stato reso chiaramente durante il film, ma si sa come sono gli americani. Margot Robbie è di una bellezza da togliere letteralmente il fiato!
leggi la recensione completa di ssiboniLa prima parte accattivante, la seconda parte si perde nel messaggio politico/sociale. Ottima performance dei protagonisti , Margot Robbie e soprattutto Ryan Gosling che mi ha sorpreso. A parte questo, film abbastanza inutile e mi stupisce il successo di massa specie tra i piu' giovani. Ma per andare al cinema ci vogliono gli stereotipi di massa??
commento di LordClamE questa stronzata sarebbe il film dell'anno. Vabbè.
commento di Arch_StantonFilm davvero mediocre. Qualche buona idea che scompare nella totale mancanza di trama e sceneggiatura. Per raccontare tutto sarebbe bastato un reel di trenta secondi.
commento di PolpMaestra: oggi per il compito scrivete una storiella pro-femminista. Mi raccomando: deve sembrare intelligente e anticonformista. Metteteci anche un paio di monologhi profondi. Una noia mortale. Soldi buttati
commento di komediavolomidevokiamareNon funziona.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiQuesto... coso rappresenta la definitiva pietra tombale del Cinema.
commento di Winnie dei poohUna vera sorpresa. Non ci sono definizioni migliori per rendere l'idea della differenza tra le premesse (e forse gli ingiusti pregiudizi) e il risultato finale. Del resto, quando una pellicola incassa 1 miliardo in meno di 20 giorni dall'uscita, non può essere un caso...
leggi la recensione completa di Ronaldo del '98 4everUno spottone per la Mattel, con una trametta ridicola da album di Topolino e una morale ipocrita e cerchiobottista allucinante. In più, il film non graffia mai, tutto è all'acqua di "rosa" e fa rimpiangere veri grandi film come "The Truman Show" o certe commedie anni '80 molto meno pretestuose. Punto basso nella carriera di Ryan Gosling.
commento di r.237FantaRosa con stratificazioni di lettura.
leggi la recensione completa di vjarkivUna Barbie con pensieri di morte ricerca la propria identità nel mondo reale. Il suo percorso sarà formativo: conoscerà la disillusione, la critica e il giudizio spietato che il mondo riserva a ogni essere umano, ma anche la bellezza e la forza del pensiero umani. La scelta e l'autodeterminazione di sé saranno il vero obiettivo da conquistare.
leggi la recensione completa di cantautoredelnullaStravaganza interpretata e prodotta da Margot Robbie, che si cala perfettamente nella vesti di Barbie, anche se non è da dimenticare la prova di Ryan Gosling nel ruolo di Ken.
leggi la recensione completa di Marco PoggiBarbie non solo una bambolina
leggi la recensione completa di XTCLANDIl trionfo della Mattel che prenderà soldi su soldi alla faccia dei polli.
leggi la recensione completa di imperiormax89Barbie è un'occasione mancata che regala isolati momenti di divertimento in un film irrisolto e poco brillante, dove la pretesa di denuncia femminista dell'autrice mal si è conciliata con i milioni spesi della Mattel per rilanciare il suo prodotto. Solo i bravi protagonisti Robbie e Gosling salvano uno script sbagliato dal disastro completo.
leggi la recensione completa di port crosBarbie è un grande film per tutti: divertente, attuale e stratificato.
leggi la recensione completa di Malpasolei è bellissima. sorride la leggendaria costumista Ann Roth a Margot Robbie. il film Barbie abita nel sorriso della non più giovane Roth prestata alla recitazione.
leggi la recensione completa di luabusivoFilm celebrativo ma anche mix di critica e satira, parla di emancipazione femminile, di umanesimo e anche di esistenzialismo e individualismo. Brillante, divertente ma anche diseguale, alterna momenti riusciti ad altri meno risolti. Efficaci cast e apparato visivo-sonoro. L’aspetto intellettuale però eccede troppo su quello emozionale. Voto: 6.75
commento di Antonio_MontefalconeOmaggio ala bambola più famosa del mondo, nello stile delle commedie demenziali del qui presente Will Ferrell ("Anchorman").
commento di Dalton“Gli umani prima o poi se ne vanno. Le idee restano per sempre”. Benvenuti a Barbie Land ..... dove i sogni si avverano e diventano realtà.
leggi la recensione completa di claudio1959"Fisicamente in declino Margot Robbie"?! Ok, la dico io una cosa intelligente: a parte il senso idiota del film - già il trailer è allucinante, M.Robbie, nonostante la straordinaria bellezza, non rende come Barbie. Solo un'attrice avrebbe potuto impersonare la mitica bambola, colei che ne suggerì la foggia, l'aspetto: Linda Evans! la grande vallata
commento di Utente rimosso (PeppeDeMaria1)ormai fisicamente in declino, Margot robbie si gioca le sue ultime carte come "bellona".
commento di Sladkii