Regia di Djordje Kadijevic vedi scheda film
Sulla scia di "Per favore non mordermi sul collo", un film televisivo che tratta in maniera irriverente la figura mitica, nel folklore popolare serbo, del vampiro Sava Savanovic. Considerato il primo horror serbo, anche se non è esattamente un'opera appartenente a questo genere, resta sicuramente imperdibile.
Serbia, metà del XIX° secolo. In un piccolo villaggio rurale gli operai di un vecchio mulino, utilizzato per macinare la farina, muoiono misteriosamente in sequenza. Nel giro di un anno quattro mugnai hanno perso la vita, l'ultimo a cui è toccato l'infausto destino è il povero Vule (Toma Kuruzovic). Il giovane Strahinja (Petar Bozovic) è innamorato di Radojka (Mirjana Nikolic), ma la loro relazione è ostacolata dal padre della ragazza, Zivan (Slobodan Perovic), che lo considera inadatto alla figlia. Per dimostrare che è in grado di prendersi cura di se stesso e della sua futura sposa, Strahinja accetta di assumere il posto vacante nel mulino "maledetto". Ma già durante il primo turno di lavoro, in piena notte, viene assalito da una mostruosa creatura, via di mezzo tra vampiro e licantropo, riuscendo miracolosamente a salvarsi. Quando racconta quel che gli è successo, diventa chiaro ai locali che potrebbero trattarsi di un antico vampiro del luogo, noto per tradizione come Sava Savanovic. Gli uomini si mettono quindi alla ricerca della tomba di Savanovic, per trafiggere il cadavere al cuore con un paletto, chiedendo a un'anziana del posto l'esatta ubicazione della sepoltura.
"Ako strah ima svoje ime, onda je to LEPTIRICA!
Se la paura ha un nome, questo è FARFALLA!"
(Tagline)
"Non sono ricco, ma ho forti braccia..."
(Strahinja cerca di convincere, inutilmente, il padre di Radojka a concederla in sposa)
Leptirica: scena
Per qualcuno un dramma, per qualcun altro una commedia e per i più distratti un horror. Leptirica (letteralmente: falena, intesa come farfalla notturna) è un pò tutte e tre le cose ma, principalmente, è una spassosa, divertente e irriverente reinterpretazione di un mito, quello di Sava Savanovic, uno dei più famosi vampiri del folklore tradizionale serbo [1]. A seguire, non meno importante, è considerato il primo horror serbo girato nella ex Jugoslavia e sotto questo (improprio) aspetto è un titolo molto celebre e considerato in patria. La sceneggiatura, basata sul romanzo "Posle devedeset godina" (After ninety years di Milovan Glisic, 1880), è stata adattata per lo schermo televisivo dal regista Djordje Kadijevic (cifr. recensione su Il canto delle vergini). In effetti si tratta di un piccolo capolavoro per quanto stravagante, girato in condizioni promiscue, a suo modo pionieristico, partendo però dal presupposto che non fa paura e che non è un film di genere in senso stretto.
Leptirica: Petar Bozovic e Mirjana Nikolic
Leptirica riesce a farsi notare, innanzitutto, per l'ambientazione suggestiva, che è poi quella del minuscolo villaggio di Zelinje, vicino al fiume Drina, in prossimità della città di Zvornik. Un posto piuttosto sperduto tra le montagne, con case/capanne costruite in mezzo al bosco e con presenza di un mulino indispensabile alla sopravvivenza. Un ulteriore buona impressione è data poi dai personaggi in scena, caricature umane con pregi e difetti, interpretati da attori che sembrano davvero essere stati prelevati dalla macchia. Attori costretti a compiere azioni grottesche, imprevedibili e addirittura semiserie, in un luogo isolato e angosciante, ai confini del mondo industriale, che fanno persino impallidire la definizione di "neorealismo". Indimenticabile, ad esempio, l'interrogatorio sull'ubicazione della tomba di Sava Savanovic fatto all'anziana del villaggio (che amichevolmente viene chiamata "nonna"), la quale, a scoppio ritardato, risponde facendo andare avanti e indietro il gruppo che sta per allontanarsi, certo di non ottenere alcuna replica. Quel poco di gotico che è rappresentato, resta comunque impresso: il verso della civetta, l'inquadratura della luna piena sotto un cielo annuvolato, la dissepoltura della bara di Savanovic, la ferita allo stomaco della vampira (provocata dal palo) e infine la farfalla che, in un processo magico e surreale, accostabile alla metempsicosi, trasporta l'anima immortale di Sava Savanovic da un corpo all'altro. In quanto alla storia vera e propria, al di là dell'aspetto surreale, Kadijevic riesce, con pochissimi mezzi, a tracciare un perfetto ritratto di un'epoca buia e arretrata, animata da persone povere ma dal cuore sensibile, fedeli al valore della solidarietà e altruiste (perciò altrimenti ricche), imprigionate da una natura avversa che prende il sopravvento sulle vicende umane, limitate nella ragione dalla superstizione, tanto da sconfinare nella più comica credulità popolare. Sotto questo aspetto, al pari di Per favore non moderni sul collo (Roman Polanski, 1968), Leptirica è un film che va assolutamente visto.
NOTA
[1] Cifr. Wikipedia.
Leptirica: Slobodan Perovic
Leptirica: Mirjana Nikolic
Leptirica: Mirjana Nikolic (butterfly effect)
"Mi piace interpretare i vampiri perché non ci sono limiti e poi perchè hanno bisogno del sangue delle vergini, e le vergini sono bellissime e molto fotogeniche!"
(Udo Kier)
F.P. 28/04/2022 - Versione visionata in lingua serbo-croato (durata: 62'06")
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