Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
Forse l'eccessiva durata rende meno impattante ed a volte troppo frammentato il racconto di Bellocchio, anche se più approfondito, rispetto a "Buongiorno, notte" di venti anni prima che aveva dalla sua una linearità e quasi una purezza di idee qui solo in parte presenti
Bellocchio torna sul "luogo del delitto", riprendendo con "Esterno notte" il racconto del sequestro e delitto Moro che aveva caratterizzato "Buongiorno, notte" venti anni prima. Qui ovviamente, con l'ampiezza data dalla fiction (o quantomeno dal fatto che il film sia stato proiettato in due distinte sezioni anche al cinema) riesce meglio ad approfondire i temi che nel suo primo lavoro erano rimasti sullo sfondo, con una miglior caratterizzazione dei personaggi via via implicati nella vicenda e che costituiscono il trait d'union di ciascuno degli episodi proposti. Si passa cosi' dalla figura dello stesso Moro (un ottimo, e giustamente premiato Gifuni), al Papa-Servillo con i suoi sensi di colpa, un Francesco Cossiga un pò troppo caricaturale (a volte sembra di vedere il Crozza nell'imitazione di De Luca..) e fin troppo succube della vicenda affrontata come Ministro dell'Interno, e poi il punto di vista dei terroristi e quello della moglie di Moro, una Margherita Buy che restituisce il volto di una donna quasi pudica nel voler mostrare il proprio dolore, ma al tempo stesso estremamente decisa e risoluta nel sottrarre il ricordo del marito, scegliendo anche funerali strettamente privati,da chi lo aveva lasciato nella mani dei suoi carcerieri e futuri assassini. Un grande affresco che ha inevitabilmente alti e bassi, ed a volte sembra perdere un pò il filo del racconto addentrandosi in congetture più o meno veritiere, ma che denota comunque la mano abile di un Bellocchio maturo e consapevole della grande difficoltà che certi temi, ancora oggi, hanno nel poter essere raccontati con il necessario distacco.
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