Regia di Lamberto Bava vedi scheda film
Un musicista sta componendo la colonna sonora di un film. Per lavorare in tutta tranquillità gli viene concesso di stare per un po' di tempo in una villetta abbandonata. Presto, però, cominciano a verificarsi strani episodi di sangue, tutti accomunati da vittime femminili. La scala che conduce nella cantina della villetta nasconde un inquietante segreto.
Secondo lungometraggio di Lamberto Bava, figlio del grande Mario, a tre anni di distanza dall'esordio con Macabro. Ancora un horror, ancora un film incentrato su tensione ed effetti speciali sanguinolenti: sarà proprio in questo filone che il regista troverà i suoi maggiori successi negl anni successivi, e vedendo questo La casa con la scala nel buio si può intuire il perchè. Il ritmo e il mistero sono infatti mantenuti a buoni livelli, l'impianto di fondo della storia (sceneggiatura firmata da Dardano Sacchetti ed Elisa Briganti) funziona, le scene madri - ammazzamenti brutali, per lo più - sono ben coltivate e messe in scena: Bava ha di sicuro ereditato qualcosa dal dna artistico paterno; ma allo stesso tempo la pellicola presenta anche qualche punto negativo, come le recitazioni poco convincenti o altrettanto efficaci di gran parte del cast. Gli interpreti non sono in effetti grandi nomi: Fabiola Toledo, Andrea Occhipinti, Valeria Cavalli, Anny Papa, Stanko Molnar, con una parte laterale anche per Michele Soavi, qui aiuto regista e molto presto debuttante 'in solitaria' dietro la macchina da presa. A risollevare le sorti del lavoro interviene una colonna sonora dei fratelli De Angelis (Oliver onions) certo non fra le loro migliori, ma comunque azzeccata. Il finale, con la fondamentale spiegazione dei tanti misteri presenti nella trama, sembra un po' tirato via. 3,5/10.
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