Regia di Franco Brusati vedi scheda film
Di Brusati regista si ricordano pochi lavori e c'è un perchè: scrittore di cinema piuttosto dotato (nella sua lunga carriera come sceneggiatore ha collaborato con Rossellini, Camerini, Zurlini e tanti altri), è passato raramente dietro la macchina da presa e sempre con un'attitudine 'di maniera', realizzando melodrammi sentimentali (I tulipani di Haarlem), romanzi di formazione 'classista' (Il padrone sono me!) e, con questo Dimenticare Venezia, anche un quadretto famigliare alla Visconti con tinte felliniane per quanto riguarda la nostalgica contestualizzazione in un'infanzia rurale. Sempre pellicole, insomma, ispirate a un certo tipo di cinema, mai particolarmente originali di per sè: neppure questa volta Brusati, con una sceneggiatura scritta insieme a Jaja Fiastri, riesce a trovare una strada decisamente personale, affidando anzi uno dei ruoli centrali a un attore come Erland Josephson che richiama immediatamente alla memoria l'opera del suo principale regista, cioè Ingmar Bergman (che spesso utilizzò l'attore come suo alter ego). E in questo film c'è anche qualcosa di bergmaniano, a partire dalle prevalenza dei personaggi femminili (in questo senso la scena delle mestruazioni nella doccia è Bergman al 101%, sebbene risulti un po' avulsa dalla logica narrativa). Benissimo il duo Melato / Giorgi, chiamato a frequenti scene di nudo, e casting azzeccato anche per quanto riguarda Hella Petri (Marta, personificazione dell'angoscia della senilità) e Nerina Montagnani, la vecchia cameriera, nota caratterista e destinata ad ancor maggiore fama grazie a uno spot televisivo in coppia con Nino Manfredi. Sulla resa estetica nulla da eccepire: ma i contenuti lasciano un po' a desiderare, a partire dal continuo richiamo (mai affondato, mai portato a conseguenze concrete) all'omosessualità; premiato - il che non sorprende - solamente in Italia: un David (miglior film) e due Nastri d'argento (alla protagonista Melato e alle scene di Luigi Scaccianoce (già pluripremiato negli anni precedenti). 5,5/10.
In una villa di campagna nel Veneto vive Marta, anziana cantante lirica, con due giovani e belle nipoti e una donna di servizio; un giorno viene a trovarla il fratello e riaffiorano vecchi ricordi.
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