Regia di Christian Plummer (Sergio Martino) vedi scheda film
Pasticciaccio brutt(arell)o firmato sotto pseudonimo da Sergio Martino, che come conveniva alle produzioni spinte sul mercato internazionale adotta un nome anglofono, cioè Christian Plummer. Il motivo per cui questa pellicola realizzata con pochi mezzi e interpreti non eccelsi venga ideata per l'estero prima ancora che per l'Italia è un puro calcolo di mercato: il genere horror/thriller (con tanto di misteriose indagini su antiche civiltà, poteri paranormali, predizioni cosmiche e... perfino traffico oceanico di droga!) ha sempre funzionato meglio altrove, ma in questo caso è comprensibile che non abbia funzionato proprio mai e da nessuna parte. Perchè la sceneggiatura di Gastaldi e Sacchetti è scialba, piena di luoghi comuni affastellati senza una precisa logica (e c'è perfino la didascalica spiegazione finale della sottotrama, messa in bocca ai due personaggi principali mentre rientrano a casa) e sull'interpretazione della protagonista Elvire Audray è meglio stendere semplicemente un velo pietoso. Se la Audray è ricordata anche (o forse soprattutto) per qualche particina in commedie come Rimini Rimini o Vado a vivere da solo, c'è da dire che al suo fianco si trova un discreto cast di caratteristi comici, impiegati però qui in ruoli serissimi: Gianfranco Barra, Carlo Monni, Maurizio Mattioli; e come 'guest star', confinati in particine, ci sono anche due nomi di notorietà internazionale: gli americani John Saxon e Van Johnson. Caruccio il tema di Fabio Frizzi, scenografie di Antonello Geleng che fa il possibile per limitare i danni. 2,5/10.
Negli Usa la moglie di un archeologo, al lavoro in una necropoli etrusca in Toscana, ha un presagio sulla morte del marito, che si verifica esattamente come lei prevedeva. Vola in Italia per scoprire loschi traffici di droga legati alla presenza del marito, e incontrare strani personaggi che le rivelano che lei è una medium.
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