Regia di Francesco Rosi vedi scheda film
Cupo racconto firmato Francesco Rosi, sceneggiato insieme a Tonino Guerra e Gore Vidal ed interpretato da James Belushi. Figlio di immigrati palermitani, Carmine Bonavia è un aspirante sindaco di New York che si reca in viaggio di nozze in Sicilia per conoscere meglio le sue origini oltre che per rimontare nei sondaggi. L’impatto con l’Italia per Bonavia è traumatico, soprattutto perché oggetto delle attenzioni della mafia, che non vede di buon occhio la liberalizzazione di droga facente parte del programma elettorale di Bonavia…
Nel complesso è un film deludente, perché da cotanto bendidio, avanti e dietro la macchina da presa, ci si attendeva un capolavoro. Ma un passo falso può capitare. Tuttavia, è molto più grave il taglio di narrazione delle vicende, rappresentate incredibilmente come degli autentici cliché, manco la storia fosse stata scritta da un mediocre documentarista straniero che conosce il Belpaese solo attraverso una sequela di luoghi comuni. Indegno ed indecoroso, soprattutto perché generato dal padre del capolavoro “Salvatore Giuliano”. Colpa forse della francese Edmonde Charles-Roux, autrice dell'omonimo romanzo (fragoroso esordio letterario) da cui il film è tratto, ma che comunque non giustifica la lacunosa e mesta sceneggiatura di due mostri sacri degli script cinematografici (collaboratori, per dirne qualcuno a caso, di Antonioni, Fellini, Wyler e Mankiewicz). Ne risente l’intera impalcatura, tra cui anche la recitazione, con grandi nomi come Philippe Noiret e Vittorio Gassman inghiottiti dalla complessiva mediocrità dell’operazione.
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