Regia di Gerard Stembridge vedi scheda film
About Adam è un film puramente tecnico. Di una tecnica sempre spettacolare ma certamente non originale. Sternberg arriva quasi 50 anni dopo Kubrick (accostamento irriverente per quest’ultimo ma fortemente voluto dal primo): come in Rapina a mano armata, infatti, Sternberg ripropone cinematograficamente la concezione di Queaneau sul punto di vista.
La trama è molto scarna, banale, con Adam (Townsend) che piomba nella vita frivola di Lucy (Hudson) e la sconvolge, proponendosi come candidato a stare con lei per la vita. Dopo i primi minuti di pellicola lineari, l’ordine della narrazione comincia ad andare in corto circuito e tutte le lacune narrative che si palesano nella prima parte del film vengono successivamente riempite da episodi che rendono meno slegata la narrazione, che torna indietro ogni volta per chiarire quelli che potevano sembrare buchi nella sceneggiatura o addirittura pietosi blog; tali frammenti vengono raccontati dal punto di vista dei vari familiari di Lucy.
Rispetto all’inarrivabile capolavoro kubrickiano (del 55!) About Adam dipinge una storia dal sottile umorismo nero, ma priva di qualsiasi invenzione sul piano della sceneggiatura e per di più introduce i vari frammenti di vicenda con un irritante siparietto con fermo immagine su un lato e didascalia dall’altra, al contrario di The killing, che sapeva consapevolmente riproporre la vicenda dai vari punti di vista con l’introduzione di una voce fuori campo ornata di canoni classici del cinema d’altri tempi.
In più, ad avvalorare che i due film sono simili solo nel (tentativo di) avere la stessa struttura narrativa c’è da chiosare che la storia di Kubrick si tingeva di tinte noir e la storia era assolutamente congegnata nei minimi particolari, mentre questa insulsa commediola britannica non ha nemmeno apparentemente la parvenza di un film con una sua storia, tanto che, togliendo l’insolente taccheggio della struttura narrativa, di About Adam non rimarrebbe che una storiella senza senso e dunque indegna perfino di arrivare sulla scrivania di un produttore.
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