Regia di Henri-Georges Clouzot vedi scheda film
In un non meglio specificato paese del Sudamerica una compagnia petrolifera si trova costretta a reclutare quattro conducenti di camion che siano disposti a trasportare due grossi carichi di nitroglicerina sul luogo di un gigantesco incendio, dovendo percorrere una strada a dir poco impervia. Ai quattro tra i tanti disperati a cui viene assegnato l'incarico, verrà riconosciuta una ricompensa di duemila dollari. Soltanto uno di loro (Montand, qui in uno dei ruoli più odiosi della sua carriera) ce la farà, ma il destino gli tenderà comunque un agguato.
Tratto dal romanzo omonimo di Georges Arnaud, Vite vendute è uno dei pochi casi in cui l'originale si fa surclassare dal suo remake (per citarne qualcuno: L'inafferrabile signor Jordan e Il paradiso può attendere; La signora omicidi e Ladykillers; La sfida del samurai e Per un pugno di dollari; Il promontorio della paura e Cape fear; Infernal Affairs e The Departed; Un colpo all'italiana e The italian job; Pour Elle e The Next Three Days), girato da William Friedkin nel 1977 (il titolo era Il salario della paura). Qui il malcapitato spettatore deve sciropparsi un'ora intera di dialoghi basati sul nulla, in un'apnea inarrestabile durante la quale non accade proprio niente di niente. Poi, non appena si sente il rombo dei motori dei camion, il film ingrana e diventa una intrigante parabola sull'avidità umana.
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