Regia di Henri-Georges Clouzot vedi scheda film
E' un grande film, che coniuga perfettamente drammaticità, azione, grandi mezzi a disposizione e capacità artistiche del regista. Equilibrio alquanto raro, no? Clouzot è un grande regista, anche perché non ha paura di girare tutta una parte iniziale che agli occhi di certi potrebbe sembrare un prologo inutile e noioso. Invece anche quella è molto ben girata e per nulla noiosa, poiché ha il preciso scopo di definire i personaggi e dipingere l'ambiente in cui si origina la rischiosissima impresa (noia, povertà, disperazione). Quanto ai primi, il regista mostra tutto il suo pessimismo sull'essere umano. Il personaggio più negativo è il vecchio coi baffi. Nella prima parte fa lo sbruffone, non esita ad uccidere un poveretto per partecipare al viaggio, ma poi, ottenuto il posto, si rivela un vero vigliacco e anzi un fifone. Tutti comunque sono piuttosto egoisti, e hanno in testa solo il denaro. A questo proposito è emblematica l'agghiacciante scena del guado della pozza di petrolio: il personaggio di Yves Montand preferisce maciullare la gamba del compagno pur di non fermarsi e rischiare di non ripartire più. Però il supremo gesto di egoismo si rivela inutile e assurdo, perché il camion si blocca comunque e sarà comunque possibile tirarlo fuori. Il pessimismo di Clouzot non è comunque assoluto, e mostra più in là lo stesso personaggio capace di compassione e di condivisione del dolore, e di dimenticare per un attimo il denaro (quando ferma il camion a pochi metri dalla meta).
Il regista sa costruire una tensione di alto livello, e dirige con mano fermissima. Notevole è anche l'uso dei mezzi e dell'ambientazione: si pensi all'episodio della pedana di legno sulla curva, il masso fatto saltare, e la già menzionata pozza di petrolio. Quest'ultima, anzi, finisce per essere uno scenario inquietante e che colpisce molto, forse anche simbolico. Trovo buona anche l'idea della strada ondulata, che, se si rallenta, scuote pericolosamente il camion (certe strade sterrate sono proprio così).
A giudicare dalla frequentissima comparsa della lingua originale con sottotitoli, l'edizione italiana dell'epoca doveva essere stata tagliuzzata e smozzicata in modo esecrabile (nonostante si tratti di una coproduzione franco-italiana). Credo fosse per il solito poco nobile motivo di arrivare alle due ore di durata per poter fare più proiezioni nei cinema.
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