Regia di Henri-Georges Clouzot vedi scheda film
Il miglior Montand della sua carriera cinematografica, per un Clouzot che non è al di sotto del suo Corvo. La tensione è gestita benissimo e il prologo serve (a differenza che nel remake di Friedkin, Il salario della paura) a mostrare le condizioni di materiale e morale disperazione degli abitanti di quel villaggio guatemalteco, piuttosto che gli antefatti dei quattro personaggi principali. Clouzot non rinuncia a qualche spunto di sensualità, incarnato soprattutto da Linda, la cameriera del bar, interpretata dalla moglie brasiliana del regista, Vera Clouzot (ma il regista non esita nemmeno a mostrare due nudi femminili, nelle persone di una ragazza di colore che fa la doccia all’aperto e di una ragazza india). Un finale forse un po’ forzato non inficia la riuscita generale del film. Difficile descrivere meglio quel villaggio abbandonato da Dio, nel quale convergono i fallimenti di quattro uomini - ma non solo loro - segnati dal destino.
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