Regia di Louis Garrel vedi scheda film
La sessantenne madre di Abel si è innamorata di un uomo incarcerato. Convinto che l’ex galeotto, ormai ad un passo dalla scarcerazione, sia per la madre una perdizione sconveniente e pericolosa, Abel si fa aiutare da Clémence, migliore amica della moglie defunta, per cercare di liberare la madre dall’incombente matrimonio.
Alla sua quarta regia Louis Garrel decide di sbaragliare le carte e compone un film che è una commedia, ma anche un thriller e un noir. Come lui stesso ha dichiarato in conferenza stampa all’ultima Festa del cinema di Roma, dove ha presentato il film, non voleva una pellicola che fosse possibile associare ad un solo genere, ma voleva qualcosa di diverso, di più dinamico per non cadere nella monotonia di cui sono vittima molti dei film francesi.
L’innocente in effetti è un film energico, recitato da attori più che capaci, a partire dalla nostalgia impersonata da Anouk Grinberg (mamma Sylvie), donna sessantenne che sembra aver perduto ogni speranza sull’amore e sulla possibilità di una vita felice, passando per la trasgressione Roschdy Zem (il galeotto, futuro sposo, Michel) che non sembra mai perdersi d’animo, nemmeno davanti alle accuse di Abel (Louis Garrel) preoccupato per la madre incosciente che si trova a dover gestire; finendo poi con Clémence, che pur sembrando un ruolo marginale è in realtà il personaggio meglio riuscito, grazie anche alla favolosa interpretazione di Noémie Merlant, che possiede la giusta dose di ironia e malinconia cavalcando così i due aspetti preponderanti della pellicola.
Pur presentandoci un film che inizialmente potrebbe sembrare confusionario, Garrel compone insieme a Tanguy Viel una sceneggiatura convincente in cui i colpi di scena si alternano a momenti di normalità senza mai però scadere nel banale o nella noia. Un film che diverte ed intrattiene, che non è mai scontato, nemmeno nel finale.
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