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Il caftano blu

Regia di Maryam Touzani vedi scheda film

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La recensione su Il caftano blu

di diomede917
7 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: IL CAFTANO BLU

E mentre l’Italia sceglie Io Capitano come proprio candidato alla prossima edizione degli Oscar, nelle nostre sale arriva il candidato marocchino. Il caftano blu. Un film che nel 2022 aveva incantato la critica a Cannes guadagnandosi il Fipresci nella sezione Un Certain Regard.

Il caftano blu è un film di una bellezza disarmante che racconta uno strano e ipotetico ménage a trois con una delicatezza e un tocco che solo un abito di alta sartoria può avere.

Un film quasi sussurrato perché l’omosessualità in Marocco è ancora illegale e probabilmente l’amare con tutto il cuore lo è ancora di più.

La regista Maryam Touzani ci racconta cosa si cela dietro “Il Filo Nascosto” di questo dramma passionale, sentimentale e soprattutto “Sartoriale”.

Protagonisti sono Halim e Mina, una coppia affiatatissima tra loro. Hanno una bottega di alta sartoria che fonda tutto nella professionalità e nella qualità del prodotto e chi ha fretta e vuole prodotti cuciti a macchina può rivolgersi altrove.

Lui è silente, gli basta uno sguardo per capire e per comunicare tutto.

Lei è un’ammaliatrice nata, con le parole riesce a convincerti a fare tutto quello che vuoi oppure a soprassedere se non è una cosa alla tua portata (e non si parla solo di portata economica).

Purtroppo, l’enorme mole di lavoro associata ad un brutto male che si sta mangiando giorno per giorno Mina, costringe la coppia ad assumere il giovane, volenteroso e affascinante Youssef e il suo arrivo metterà a dura prova il loro equilibrio fatto di segreti e bugie, di cose non dette e sguardi che dicono tutto.

Nonostante l’amore tra la coppia sia grandissimo e intenso, il loro rapporto è comunque segnato dall’omosessualità repressa di Halim che trova sfogo nelle sue fughe all’Hammam dentro bagni che diventano alcove dove fare uscire fuori i propri istinti.

Ma Youssef destabilizza tutto attraverso un gioco di sguardi e incroci di mani nelle mani. Le mani di Halim si trasformano via via da strumento di lavoro a momenti di conoscenza come il taglio preciso di un vestito attraverso delle forbici ben strette o momenti di grandissima voglia di tenerezza come nella scena della carezza al seno mutilato di Mina.

Si crea inaspettatamente uno strano rapporto a tre dove Youssef si trasforma di volta in volta in un rivale, nel figlio mai avuto e la vera eredità che una moglie lascia al proprio marito che ha amato dal primo momento che lo ha visto e che ha deciso fin da subito che sarebbe stato suo.

L’uomo con i più grandi principi morali e rispettoso che abbia mai conosciuto.

Bellissima la scena dei tre protagonisti che ballano una canzone che ad alto volume proviene dalla strada, una specie di accordo tacito di quello strano amore che non deve uscire dalle pareti domestiche.

Il Caftano Blu che da il titolo al film, un vestito rigorosamente “Color Petrolio” che sembra non vedere la fine facendo spazientire la committente, diventa la metafora del tempo che non vuoi che finisca, della bellezza e della perfezione che questa professione deva avere ma anche il miglior modo per dire Ti amo come nell’intensa e commovente scena finale.

Se avete un cuore, vi consiglio caldamente di andarlo a vedere.

Voto 7,5

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