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Summer Scars

Regia di Simon Rieth vedi scheda film

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La recensione su Summer Scars

di pazuzu
7 stelle

Summer Scars è un dramma visivamente forte che chiede allo spettatore di accettare il suo consistente lato fantasy come elemento fondante del racconto, senza aggiungervi letture ultraterrene, semmai costruendo un'articolata metafora della crescita, dell'emancipazione e dell'elaborazione del lutto.

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Al mare dove passano le loro estati, Tony e Noé fanno giochi pericolosi: si mascherano sfidandosi con delle spade, poi si rincorrono, cercando ciascuno di avere la supremazia, tirando spesso in ballo Cassandre, che Tony, il più grande, vede come la propria ragazza e Noé, ancora troppo piccolo, come un'amica. Nel corso di una sfida a chi si spinge più al bordo, sul ciglio della scogliera, Tony cade in uno strapiombo; Noé lo raggiunge e lo trova esanime o giù di lì. Disperato, gli dà un bacio sulle labbra, e di lì a poco, questi riapre gli occhi. I due si promettono di serbare il segreto, giurandosi che nessun altro dovrà sapere l'accaduto, nemmeno Cassandre. Nel corso di quella stessa estate, i loro genitori si separano e loro lasciano quella casa, dove resta il padre, per andare a vivere a Parigi con la madre. Dieci anni dopo, ormai giovani adulti, la morte del padre li porta di nuovo lì, con il segreto che è ancora tale, e Cassandre che continua ad esercitare su loro un'attrazione che è la forza che più li divide.

 

 

La vita, la morte e la fratellanza sono al centro del film d'esordio di Simon Rieth, laddove il quarto elemento, l'amore, è quello che potrebbe far saltare il banco, oppure, al tempo stesso, sbloccare una impasse altrimenti destinata a durare per sempre. Tony e Noé hanno bisogno l'uno dell'altro: il segreto che da quell'evento inspiegabile li ha resi simbiotici, s'è nel frattempo strutturato, sotto la forma di un rituale sinistro che prevede, ciclicamente, un desiderio insopprimibile di morire da parte di Tony, a causa di spasmi insopportabili impossibili da arginare diversamente, e da parte di Noé la necessità di restituirgli la vita come solo lui sa, in un circolo vizioso che li rende dipendenti l'uno dall'altro. Perché se Noé è dei due quello dotato del soffio vitale, Tony è colui il quale la vita la vive veramente: Noé dona la vita al fratello e lo osserva godersela, Tony la consuma al punto di sentire il bisogno di morire.

 

 

Summer Scars è un dramma visivamente forte che chiede allo spettatore di accettare il suo consistente lato fantasy come elemento fondante del racconto, senza aggiungervi letture ultraterrene, semmai costruendo, in virtù di una sceneggiatura che non disperde lo straniamento che genera ma lo incanala, un'articolata metafora della crescita, dell'emancipazione e dell'elaborazione del lutto.

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