Regia di Charlotte Wells vedi scheda film
Il pluripremiato esordio di Charlotte Wells, sicuramente una regista da tenere d'occhio, è un film minimale, per lunghi tratti irrisolto e che si dibatte strenuamente alla ricerca di un'empatia con lo spettatore che, nel mio caso, è arrivata raramente, forse perché non padre o forse non lo so. Una vacanza padre separato e figlia undicenne, in Turchia, in uno di quei resort tutto compreso, filtrata da una doppia visione, quella di una camera a mano, tipica dei filmini-ricordo degli anni novanta, e da quella della regista, che pedina la coppia, nella banalità dei giorni che passano. E' proprio questo il problema di "Aftersun", ovvero che per troppo tempo, racconta di cose banali o di rapporti troppo personali, imbevuti di mare, piscine e sole, annoiando: un po' come se vi invitassero a guardare i diabolici filmini delle vacanze. La bambina è brava ma petulante, il padre, che nasconde un segreto di cui ognuno è libero di farsi un'idea, è un bamboccione spiritualista e il resto è roba da vacanzieri. Solo nel finale, direi l'ultima mezz'ora, qualcosa si muove, qualcosa smuove, il Cinema comincia a raccontare, a entrare sottopelle, fino al finale, piuttosto bello. Come hanno scritto altri, è un lavoro chiaramente sopravvalutato ma la Wells potrebbe dare soddisfazioni in futuro. Vedremo. Per ora una sufficienza strappata per i capelli.
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