Regia di Charlotte Wells vedi scheda film
Aftersun è un film immaginario che scorre nella testa della protagonista e si insinua sotto la pelle di chi lo guarda, che mette in scena un tentativo sottilmente onirico, romantico e disperato, di lenire il dolore causato da un'assenza attraverso uno sforzo di memoria e al tempo stesso di autosuggestione.
ALICE NELLA CITTÀ 2022 - FUORI CONCORSO
Negli anni '90 dei R.E.M. di Losing my religion, dei Blur di Tender, ma anche della Macarena dei Los Del Rio e di Tubthumping dei Chumbawamba, l'undicenne Sophie trascorre le vacanze estive in Turchia con il padre Calum. Durante l'anno, lei vive con la madre e fa la scuola dell'obbligo a Edimburgo, in Scozia, mentre lui quel posto lo ha lasciato perché non lo sente più suo, e se ne sta lontano per conto proprio, in Inghilterra.
In Aftersun, esordio della regista Charlotte Wells, a scorrere sulla pellicola sono i ricordi che lei, ormai adulta, conserva venti anni dopo, in parte perché impressi dalla vecchia fotocamera che lui allora portò con sé, in parte proiettati dalla sua mente, a completare i buchi lavorando di fantasia, in uno sforzo che vorrebbe rinforzare, se non ripristinare, un legame fisicamente interrotto da allora, ma che ancora le pulsa nel cuore.
La vacanza dei due si compone di tanti piccoli eventi che disegnano un percorso di conoscenza e accettazione, rispetto e affetto, e che cesellano un rapporto padre/figlia che è il motore stesso del racconto, un rapporto che il tempo e la distanza hanno spezzato e che lei si ostina a tenersi vivo dentro nonostante tutto, anche ricorrendo a interpretazioni proprie delle volontà, dei pensieri e delle scelte di quel padre idealizzato ma mai conosciuto fino in fondo: merito della promettente regista è saper mantenere il distacco e la misura necessari a non scadere nel patetismo da un lato e non perdersi in inutili voli pindarici dall'altro, in una storia che è di fatto a metà tra realtà e sogno, ma un sogno che nasce da un bisogno profondo, e che necessita essere il più possibile realistico per potersi autoalimentare.
Originale, commovente, di spiazzante genuinità, e recitato superbamente da due attori in grado di innescare una dolcissima chimica (Paul Mescal e Frankie Corio, rispettivamente il padre e la figlia), Aftersun è un film immaginario che scorre nella testa della protagonista e si insinua sotto la pelle di chi lo guarda, che mette in scena un tentativo sottilmente onirico, romantico e disperato, di lenire il dolore causato da un'assenza attraverso uno sforzo di memoria e al tempo stesso di autosuggestione, quasi alla ricerca - dolorosa e impossibile - di una chiave che permetta un viaggio a ritroso nel tempo, o di un dettaglio nascosto che sappia cambiare lo stato delle cose o che anche solo lo possa modificare.
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