Regia di Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk vedi scheda film
Il ritorno a casa del buon padre di famiglia, costretto a rimettersi in discussione e a giocare sporco per salvaguardare il suo nucleo familiare. Un film prezioso ed interessante che ci immerge in atmosfere e culture che paiono magiche e intrise di mistero.
FESTIVAL DI CANNES 75 - QUINZAINE DES REALISATEURS
"Nazar, fai come diceva il nonno: non aver paura delle cose che non hai mai fatto"
La Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 75 è, anche quest’anno una fucina di sorprese. Tra i film più validi di questa vitale e cinefila sezione rientra l’ ucraino Pamfir, opera prima del regista Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk.
Un film che si addentra nei riti, religiosi e pagani, di una popolazione assai legata alla propria tradizione. La pellicola ci permette di approcciarci ad una nazione oggi al centro dell’attenzione, mettendo, questa volta, completamente da parte le vicende del conflitto ancora in corso.
Un film prezioso che trasporta lo spettatore in territori e culture che paiono frutto di favole o antiche leggende.
Un ancor giovane capo famiglia soprannominato Pamfir fa ritorno dalla Germania (dove lavora per guadagnare i soldi necessari a tornare in patria) alla natia Bucovina, nei Carpazi, al confine con la Romania.
Mentre è in preparazione la tradizionale festa locale del carnevale di Malanka ( che prevede un rito in cui la popolazione maschile si traveste con inquietanti costumi fatti di erbe arrotolate tra loro) un incidente provoca un incendio. Importanti documenti verranno irrimediabilmente persi.
Ciò induce Pamfir a dover cedere alle richieste di un boss locale di eseguire illeciti traffici di bevande alcoliche per suo conto esponendolo ad un grave rischio per se e la famiglia.
Ma per il bene della propria stirpe, Pamfir è disposto a fare questo e non solo.
L’originalità di Pamfir è quella di saper catapultare lo spettatore dentro gli usi ed i costumi di una società ancorata alle antiche suggestioni di un passato in cui religione ed eresia sapevano fondersi in modo inestricabile.
Il film scandaglia bene i personaggi principali, che si restringono alla stretta cerchia familiare del nostro protagonista. Ognuno di loro viene descritto nelle proprie sfumature personali in modo realistico e con la lucidità di chi riesce a raccontare storie senza farsi condizionare da ricatti emotivi. Questo senza rinunciare a saper cogliere elementi introspettivi acuti e ben delineati.
Ne scaturisce un film originale e prezioso che sa alternare il ritmo sostenibile di una storia di illeciti contrabbandi a racconti popolari, incentrando la storia nel clima di una festa locale che attinge ad antiche radici tutt’altro che dimenticate.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta