Regia di Thomas Salvador vedi scheda film
Nel secondo film da regista di Thomas Salvador, un mite ingegnere rimane folgorato alla vista del massiccio del Monte Bianco, al punto da lasciare tutto e andarvi a vivere come un eremita. Lassù, tra asperità e difficoltà, entrerà in contatto con la forza misteriosa che la montagna nasconde, finendo per giovarne in ogni aspetto e situazione.
FESTIVAL DE CANNES 75 - QUINZAINE DES REALISATEURS
La sezione Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 75, accoglie La Montagne, opera seconda dell’originale attore e regista Thomas Salvador.
Lo stesso si è rivelato al pubblico nel 2014 con il curioso ed originale Vincent, di cui questa piccola commedia ne prosegue in un certo senso il percorso e gli intenti, raccontandoci un’altra storia di un mite supereroe per caso, reso tale da circostanze straordinarie o quantomeno misteriose.
Un ingegnere parigino si reca per lavoro a Chamonix per presentare un nuovo robot da inserire in un contesto produttivo per una grande azienda locale.
Mentre espone con professionalità le caratteristiche del prodotto, l’uomo viene affascinato a tal punto dalla veduta del massiccio del Monte Bianco (che si staglia proprio di fronte al locale in cui tiene l’incontro), da restare in quel luogo per l’intero week end. Dotandosi di tenda ed equipaggiamento coerente l’ingegnere inizia a provare l’esperienza di una vita in tenda in mezzo al bosco.
La sensazione che prova lo spinge a mentire sulle sue condizioni di salute per poter proseguire a salire sulla montagna, fino ad arrivare alla cima di Punta Helbronner. Dopo un po’ inizia a distanziarsi, sempre di più, abbandonando completamente i rapporti col mondo esterno (se si fa eccezione per la bella cuoca che sovrintende la cucina del ristorante della famosa vetta dell’Aiguille du Midi).
L’uomo rimarrà aggrappato a quella montagna severa e insieme affascinante ed unica col suo fare timido e mite, ma anche risoluto. Percorrerà sentieri, ghiacciai, caverne e cunicoli, fino alla scoperta di uno strano luccichio e di una misteriosa forma di energia in grado di conferirgli una luminescenza magica. Tutto questo porterà all’ingegnere molti benefici tra cui il coraggio di affrontare una storia d’amore con la bella cuoca (che cadrà letteralmente ai suoi piedi).
Dopo il tenero e mite supereroe per caso Vincent, nell’omonimo film del 2014, in cui un timido ometto si trasformava in una potenza alla Hulk non appena venuto in contatto con l’acqua, ecco che l’attore e regista dall’occhio un po’ strabico ed il fare compassato, torna a proporci una sorta di favola contro la modernità e lo stress da quotidianità cittadina, raccontandoci le vicissitudini di un uomo di città che si lascia incantare dalla calma e solennità della montagna e dai ritmi che la regolano e governano, al punto da stanziarsi in tenda su una valle innevata poco distante da un famoso ghiacciaio del Bianco.
Ad un certo punto, non appena il protagonista entra in contatto con misteriose luminescenze annidate entro una caverna scavata in millenni, il film mette da parte il suo slancio ecologico e vira sul fantastico.
Una svolta un po’ avventata, ma di certo coraggiosa e certamente coerente con la tematica del film precedente, quel piccolo gioiellino di purezza che fu Vincent e che regalò una certa popolarità, almeno in Francia, a Vincent Salvador.
Questa seconda regia dell’autore non può dirsi completamente riuscita, ma certo il suo personaggio, assieme a quello della bella cuoca (la interpreta con finezza Louise Bourgoin) che l’uomo finisce per conquistare, risultano convincenti e capaci di farci affezionare, almeno in parte, a questa bizzarra commedia sentimentale, oltre che ecologica, e persino un po’ azzardatamente fantascientifica.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta