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Fuoco fatuo

Regia di João Pedro Rodrigues vedi scheda film

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La recensione su Fuoco fatuo

di port cros
7 stelle

scena

Fogo Fátuo (2022): scena

 

75° FESTIVAL DI CANNES 2022 – QUINZAINE DES REALISATEURS

 

Una fantasia musicale di João Pedro Rodrigues” è il sottotitolo della nuova variazione sulle note del queer dell'autore portoghese.

 

Stavolta il suo protagonista è Alfredo, un immaginario sovrano del Portogallo che incontriamo morente nel 2069, per poi tornare con un flashback ai nostri giorni, dove lo vediamo principe ereditario declamare i discorsi di Greta Thunberg e scioccare la famiglia reale col suo proposito di arruolarsi nei pompieri (la regina rompe la quarta parete cercando di impedirci di assistere alle discussioni familiari chiudendo una porta scorrevole).

 

Il corpo dei bombeiros dove si arruola il giovane Alfredo sembra più che altro un prodotto delle fantasie erotiche del suo autore, con pompieri nudi o seminudi che sfidano il ragazzo ad indovinare quale opera d'arte stanno rappresentando con le loro pose (tra cui spicca “il pompino del pompiere” nientemeno che di Caravaggio). La capitana affida Alfonso ad un tutor del suo addestramento, un vigile del fuoco nero con cui scoppia una rovente passione che avrà il culmine in un amplesso (rappresentato un maniera iper-esplicita seppur non pornografica con uso di falli e seme finti) in un bosco ormai arso dalle fiamme.

 

Essendo una fantasia musicale, grande spazio è occupato dalla musica, tra balletti del corpo dei vigili del fuoco interrotti dalla sirena che li richiama in servizio, Mozart, la canzone educativa per bambini “il mio amico albero” ricordo d'infanzia del regista e l'immancabile fado della tradizione lusitana.

 

Nessuna descrizione disponibile.

 

Sul palco del Theatre Croisette insieme ai suoi attori per presentare il film al pubblico della Quinzaine des Réalizateurs, João Pedro Rodrigues racconta ad un intervistatore appropiatamente travestito da pompiere come abbia scelto Paulo Bragança, un innovatore del fado negli anni 70, per cantare il commovente lamento funebre che chiude il film, stravolgendo il testo di un suo brano. Ci rivela come l'idea del film nasca dalla volontà di affrontare coi toni leggeri della commedia, come faceva già Lubitsch, temi seri e drammatici come gli incendi devastanti che hanno colpito il Portogallo negli ultimi anni, indotti dai cambiamenti climatici. Veniamo anche a scoprire che il film è stato girato in una vera caserma dei pompieri, che hanno anche fatto un corso bisettimanale ai protagonisti.

 

 

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