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La mummia. Il ritorno

Regia di Stephen Sommers vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La mummia. Il ritorno

di Lina
5 stelle

Con questo sequel sembra ormai di stare a Disneyland, dove l'avventura è decisamente divertente, in stile videogame.

 

Caccie all’uomo scatenate e gonfie di effetti speciali, lotte surreali che per poco non ricordano Matrix, battute sempre più banali e puerili, ritmo serrato e messa in scena un tantino farsesca. La formula comica del primo film, difatti, qui si moltiplica. Ci si diverte di sicuro durante la visione, ma è questo che dovrebbe fare un horror? Divertire anziché impressionare?

 

La trama è densa di avvenimenti e azione a go-go, ma si rivela sin troppo scontata, zampillando in uno scenario in cui viene messa troppa carne sul fuoco e tutto sembra divenire possibile, anche scoprire di essere la reincarnazione di un personaggio storico egiziano. Pertanto, il tema della metempsicosi viene sfruttato in maniera estremamente dilettantesca.

 

Ancora gradevole l’alchimia sul set tra Brendan Fraser e Rachel Weisz, ma anche la loro storia d'amore diventa ovvia, assumendo a un certo punto, una piega edulcorata e stucchevole.

 

I personaggi e le situazioni sempre più da cartone animato rendono questo capitolo mediocre e dozzinale. Ogni dettaglio viene portato all'eccesso. Anche gli stessi protagonisti perdono spessore, apparendo poco credibili e sopra le righe. Fraser è una macchietta, John Hannah è inespressivo e con un senso dell'umorismo sempre più sterile. Si rivela addirittura più insopportabile che nel primo film, mentre il personaggio interpretato dalla Weisz appare del tutto incoerente, perché passa dall’essere (nel primo film) insicura e imbranata al diventare una sorta di Wonder Woman. Il bambino che ha avuto con Rick, poi, è talmente impavido e furbo (neanche fosse un piccolo Indiana Jones) da sembrare anche lui uscito da un fumetto.

 

I suoi genitori sono spesso così presi dallo scambiarsi effusioni d’amore, che lo trascurano tranquillamente ogni santa volta e un bel giorno, lo perdono di vista. Nel disperarsi dichiarando di volergli un gran bene si rivelano a dir poco ridicoli, finché, nel tentare di ritrovarlo, danno vita a una serie di scene che rasentano il patetico, soprattutto quando si assiste alla morte di Eve. Non si percepisce neppure un briciolo di pathos in quei momenti. Il pianto affettato del marito fa sospirare e infastidisce invece di emozionare. È del tutto scontato che lei sarebbe stata resuscitata.

 

Nulla, dunque, è da prendere sul serio in questa pellicola. Perfino il personaggio un tempo più temibile della storia, la mummia Imhotep, che versa lacrime amare quando si rende conto che la sua amata non è disposta a nessun sacrificio per lui, diventa una macchietta. La sua storia d'amore travagliata e tormentata da secoli con Anck-su-Namun si riduce così a un siparietto tragicomico.

 

Buoni gli effetti speciali, le adrenaliniche battaglie e gli inseguimenti mozzafiato, ma come horror di dignitoso ha ben poco. Il regista non è riuscito a conservare l’autentico fascino del primo episodio.

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