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Un bel mattino

Regia di Mia Hansen-Løve vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Un bel mattino

di alan smithee
7 stelle

Alla Quinzaine di Cannes 75, il nuovo intenso lavoro di Mia Hansen-Love, che, lasciate le isole ed i un po' troppo teorici crucci bergmaniani, torna in gran forma riprendendo a sondare, con scandagliata finezza, i piccoli grandi moti del cuore che fanno parte integrante e comune del caotico vivere quotidiano

Léa Seydoux, Melvil Poupaud

Un beau matin (2022): Léa Seydoux, Melvil Poupaud

FESTIVAL DI CANNES 75 - QUINZAINE DES REALISATEURS - PREMIO EUROPA LABEL 2022

Habitué del Festival in tutte le sue storiche sezioni, con la delicata commedia romantica Un beau matin, la regista francese Mia Hansen-Love torna sulla Croisette al 75° Festival, ospitata dalla prestigiosa Quinzaine des Réalisateurs.

Sandra è una bella donna trentacinquenne, vedova da cinque anni, con una figlia ancora bambina a carico.  Impegnata a fare la traduttrice, è  costretta ad occupare buona parte del poco tempo libero a seguire l’anziano padre, afflitto da una grave malattia degenerativa che lo rende sempre meno autosufficiente.

Un giorno, in un parco parigino, la donna rivede per caso un vecchio amico, di professione studioso di fisica, anche lui con un figlio a carico ed una relazione ormai finita nel peggiore dei modi.

Tra i due scatta una passione ben più travolgente del timido amore che li colse ventenni, ma nel frattempo le condizioni del padre peggiorano e costringono la donna, consigliata dalla madre separata, a far accogliere il padre in una struttura specializzata. Sandra è costretta così a  confrontarsi con decisioni difficili da affrontare, sia dal punto di vista emotivo che pratico.

La donna, dal carattere determinato ma onesto, saprà trovare però il modo di affrontare ogni insidia, uscendone quanto meno sempre a testa alta e con qualche soddisfazione.

Léa Seydoux, Pascal Greggory

Un beau matin (2022): Léa Seydoux, Pascal Greggory

Portavoce tra le più significative di quella commedia francese sofisticata ma anche lineare e semplice, che potrebbe in qualche modo accomunarla ai nuovi cineasti narratori della quotidianità degli affetti (assieme al bravissimo GuillaumeBrac), Mia Hansen-Love, dopo la parentesi bergmaniana del non proprio esemplare Sull’isola di Bergman ( in Concorso a Cannes 2021), torna a brillare in una vicenda di cuore e problematiche affettive e familiari che ricorda da vicino le dinamiche drammatiche, ma anche piene di amore e sentimento, calcate di recente da Francois Ozon nel suo intenso E’ andato tutto bene (in Concorso pure lui a Cannes 74).

Il film, semplice e lineare, ma intenso e mai lezioso, brilla anche grazie alla sua protagonista assoluta Lea Seydoux, sensuale ed erotica custode di una purezza che la trasforma in eroina della quotidianità.

 

Una complessa figura di donna che riesce a conferire al suo tormentato, ma anche tenace, personaggio una forza ed una delicatezza che non si elidono, ma riescono ad arricchirsi di una stoicità degna di un’ eroina contemporanea e che la costringe anche a farsi carico, tra gli altri crucci, di decisioni cruciali da prendere, a beneficio di propri cari non in grado di scegliere autonomamente.

La affianca un volitivo e sempre più lanciato Melvil Poupaud nei panni del fisico che torna ad amare Sandra, mentre il bravissimo Pascal Greggory e la dinamica Nicole Garcia vestono i panni dei genitori separati della protagonista.

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