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Kingmaker

Regia di Sung-hyun Byun vedi scheda film

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La recensione su Kingmaker

di alan smithee
7 stelle

scena

Kingmaker (2022): scena

FAR EAST FILM FESTIVAL 24 - IN CONCORSO

"The cruel game of politics"

Nella Corea del Sud del 1971, la possibilità di poter addivenire a pubbliche elezioni, concesse dal presidente assolutista Park Chung-hee dopo esser salito al potere con un colpo di stato ad inizi '60, spinge la frangia democratica a candidare un portavoce carismatico e corretto, oltre che di sani principi democratici, come Kim Dae-jung.

Quello che molto meno si conosce, è la figura-ombra del consigliere e stratega che il candidato fnì per scegliere al fine di riuscire nell'ardua impresa di scavalcare il suo potente avversario di regime.

Un personaggio realmente esistito, questo Seo Chang-dae, che poco si conosce e che pertanto permette agli sceneggiatori di sbizzarrirsi in particolari enigmatici che lo descrivono come un personaggio freddo ed intelligentissimo, scaltro calcolatore ed osservatore lungimirante perfetto per scovare i punti deboli di un politico di regime intenzionato a proclamare le libere elezioni solo al fine di illudere il popolo di trovarsi in un regime di democrazia in stile occidentale.

Un uomo capace di intuizioni geniali che lo spingono a promuovere anche iniziative sbagliate poste in essere per una giusta causa.

Un uomo celebre per frasi tipo:

“Più brilla la tua luce, più profonda risulta la tua ombra”,

o

“Un toro infuriato pensa solo a scagliarsi sul telo rosso, ma non pensa a chi lo sventola”,

che denotano la spiccata propensione dell'uomo verso macchinazioni machiavelliche che ne determinarono dapprima la fortuna politica, e poi la sua rovina, nei ranghi di un politico di fatto onesto che ha capito ad un certo punto la valenza di questo uomo taciturno e freddo, ma anche la sua insana pericolosità in seno ad una opposizione di fatto onesta e motivata da sani principi di rivendicazione democratica.

Quarto lungometraggio del valido regista coreano Byung Sung-hyun, noto soprattutto a livello internazionale per il suo bellissimo action The Merciless, visto al Festival di Cannes nel 2016 nella sezione Séance de minuit e divenuto subito un cult, Kingmaster traccia i connotati di due uomini politici animati da uno stesso fine, ma caratterialmente molto diversi e spinti uno al raggiungimento di un risultato popolare condiviso, mentre il suo collaboratore spinto ad agguantare la vittoria a qualsiasi costo, anche ricorrendo a sotterfugi degni del proprio avversario di chiara matrice antidemocratica.

Un film robusto, sorretto da una sceneggiatura calibrata sui contrasti caratteriali ed attitudinali dei due protagonisti, validamente interpretati da due straordinari interpreti come Sul Kyung-gu (star meravigliosa d Oasis di Lee Chang-dong, visto anche in The Merciless del medesimo autore) nei panni dell'aspirante nuovo presidente dell'opposizione al governo, e Lee Sun-Kyun, visto in Parasite di Bong Joon-ho.

In quelli decisamente più cinici ed enigmatici del suo consigliere, ex farmacista che sembra dosare con la medesima precisione parole e tattica politica per aggiudicarsi risultati che sulla carta parevano irrealizzabili a tutti gli effetti.

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