Regia di Jonathan Glazer vedi scheda film
L’ex criminale Gal si rosola per bene sotto il cocente sole spagnolo, il fisico non è più quello di una volta ma l’abbronzatura e la zazzera bionda sembrano rilanciare i fasti di un tempo, la bestia sexy ha iniziato la fase calante del suo status di macho ma al buon Gal va bene così, si è ritirato da tempo, dopo il carcere ha lasciato la spenta Londra e il suo habitat criminale per dedicarsi anima e corpo alla bella moglie Deedee e ad una vita fatta di relax e tranquillità.
Ad incrinare l’invisibile cupola che delimita il suo personale paradiso in terra ci pensa prima un gigantesco masso che da un costone di roccia precipita nella sua piscina (mancandolo di poco) e poi l’improvvisa comparsa di un vecchio e schizzato collega di malefatte, Don Logan spunta nella calura desertica e gli propone un nuovo colpo, facile e sicuro come lo sono tutti i colpi che poi finiscono nel sangue, Gal non ci pensa neppure ad accettare ma ad uno come Don Logan è difficile dire di no, anzi è impossibile.
Sexy Beast è l’opera d’esordio di Jonathan Glazer (Birth, Under The Skin), uscito nel 2000 ha riscosso un discreto successo in vari festival senza dimenticare una Nomination agli Oscar per Ben Kingsley come miglior attore non protagonista, il film tuttavia non ha raggiunto il grande pubblico come invece hanno fatto altre pellicole similari uscite in quel periodo.
Rivisto oggi si fatica a capirne il motivo considerando che ci troviamo di fronte ad un crime-movie frizzante e divertente, girato molto (ma molto) bene e interpretato da un cast all british a dir poco strepitoso.
Il plot si può senza dubbio definire ordinario ma ovviamente non è su questo elemento che Glazer gioca la sua partita, la cornice dell’heist movie è appunto solo una cornice, un delimitare lo spazio del racconto che fin dall’inizio si presenta ricco di sfumature e influenze, la sceneggiatura firmata Louis Mellis e David Scinto impreziosisce le straordinarie performance del cast e l’estetica citazionista ma non banale di Glazer omaggia i generi senza perdere freschezza ed efficacia.
Crime, commedia e dramma si alternano in una messa in scena decisamente pulp, la dinamica del racconto è solida, si passa da una prima parte decisamente leggera ad una altra dove la tensione è crescente e dove la regia lascia spazio agli attori.
Ben Kingsley dal portamento marziale e dalle improvvise giravolte psicopatiche (No,no,no,no,no,no,no,no,no!!!!) tenta ripetutamente di rubare la scena, ma non gli sono da meno il sornione Ray Winstone (in una delle sue migliori prove) e lo spietato Ian McShane, boss dallo sguardo assassino e dalla faccia di pietra.
Kingsley, Winstone e McShane spingono Sexy Beast oltre i confini di un guilty pleasure, elevando il primo film di Glazer a qualcosa di ben più sostanzioso e succulento, un film ben inserito nel contaminato (sotto)genere di appartenenza ma con una sua precisa identità, volendo si potrebbe tirare in ballo il sopravvalutato Guy Ritchie (Lock & Stock, Snatch) o il genio di Tarantino (Le iene, Pulp Fiction e Jackie Brown) ma preferisco considerare Sexy Beast una riuscita opera prima di Jonathan Glazer.
Voto: 7.5
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