Regia di Rebecca Zlotowski vedi scheda film
Un buon film sul desiderio di maternità di una quarantenne che scopre il bello (ed il brutto) di essere genitori per il tramite della figlia del nuovo compagno, con cui tutte le resistenze iniziali si dissolveranno davanti ad un'esperienza nuova ed a suo modo travolgente
Nella ormai consolidata tradizione francese del cinema d'essai, si può tutto sommato giudicare positivamente l'apporto de "I figli degli altri" (candidato anche al Leone d'Oro di Venezia), incentrato sul tardivo desiderio di maternità di una donna che scopre il bello (ed il brutto) di essere genitori anche se solo per il tramite della figlia del nuovo compagno. Tuttavia, come ogni rosa che non è tale senza spine, scoprirà quanto è difficile rimettersi in gioco quando ormai la vita sembra essersi incanalata in tutt'altro percorso. Il film descrive bene questa ambivalenza della protagonista, ed il senso di frustrazione provata, e se da un lato un finale un pò troppo frettoloso ed assolutorio lascia interedetti, dall'altro lato va riconosciuto alla Xlotowsky di aver affrontato con il giusto tatto una tematica non semplice, e che poteva facilmente trasformarsi in un melò zuccheroso ed inconcludente.
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