Regia di Robert Enrico vedi scheda film
Arriva un bastimento carico di cacao e caffè. Poi riparte.
Robert Enrico (1931-2001; da “la Rivière du Hibou”, del 1962, cortometraggio ispirato/tratto da “An Occurrence at Owl Creek Bridge” di Ambrose Bierce, premiato con la Palma d’Oro a Cannes, acquistato per essere inserito come 22° ep. nella 5a ed ultima stag. di “the Twilight Zone” - 142° sul totale - e poi premiato dall’AMPAS con un Oscar, a “Fait d’Hiver”, del 1999) licenzia nel 1980 questa messa in scena dell’adattamento che Michel Audiard, anche redattore dei dialoghi, fece, con Marcel Jullian e la collaborazione dello stesso réalisateur et scénariste figlio di emigrati/immigrati italiani gestori di un negozio di biciclette, del romanzo poliziesco “Baroni” (1975) del canadese anglofono Alfred Harris [tradotto in francese l’anno successivo col titolo “Suivez le Veuf!” per essere pubblicato da Gallimard nel n° 54 della collana Super Noire, satellite della Série Noire, e poi venire riedito all’epoca della realizzazione del film, in concomitanza con la sua uscita, nel n° 354 della Carré Noire (successiva alla Poche Noire) col titolo “Pile ou Face” (“Testa o Croce”, ma pure “Giusto o Sbagliato”), dal nome del cane del produttore sganciante - con Antenne 2 - Georges Cravenne (un Enrico Lucherini al servizio di Renoir, Ophüls e Clouzot) al quale il produttore esecutivo Bertrand Javal fece scoprire e probabilmente leggere il libro], restituendone il passo letterario, scandito shininghianamente (a proposito di "misoginia", aka uxoricidio) dai giorni della settimana, e affidandosi all’interpretazione di due paradigmi (©BertrandLaforet/GettyImages), qui immortalati...
...col regista, del mestiere d’attore (evito elencazione di filmografie sterminate), Philippe Noiret (Louis Baroni, ispettore di polizia) e Michel Serrault (Édouard Morlaix, impiegato d’ufficio), che ad ogni scena, sequenza e inquadratura si sopravanzano l’un altro (col secondo che a differenza del primo più realisticamente, a prescindere dal contesto, non volta la testa verso il telefono o la porta d’ingresso quando sente l’apparecchio o il campanello squillare) in un magnifico scontro/incontro di (solo all'apparenza e superficialmente) dicotomica (ma in realtà profonda) affinità ("...nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia...") elettiva («Lo sa da quando?» - «Dall'inizio, quando ha detto: "Aveva un bel caratterino!»), coadiuvati da una molto brava e splendida Frédérique Hoschedé, aka...
...Dorothée (Laurence, una vicina di casa dei coniugi Morlaix), apparsa l’anno precedente in “l’Amour en Fuite” di Truffaut e in seguito dedicatasi esclusivamente, e fruttuosamente, a diventare la Cristina D’Avena francese, e poi da un “giovane” Pierre Arditi [protagonista allora del “Blaise Pascal” di Rossellini e fresco reduce da “Mon Oncle d'Amérique” di Malle, per poi iniziare una collaborazione venticinquennale con Resnais, e qui nei panni del collega più giovane di Baroni che prova a tagliar corto adducendo come causa del decesso di *** (omissis / no spoiler) prima la semplicistica e sbrigativa ipotesi dell’incidente e poi quella assurda del suicidio, con il pensionato in nuce che è costretto didascalicamente a rispondergli “Chi si suicida lo fa aprendo la finestra”, dato che la vittima per precipitare nel vuoto ha sfondato la finestra] e da Guilhaine Dubos (la figlia di Baroni), André Falcon (Lampertius, il superiore e nemico di Baroni), Jean Desailly (già commissario in “le Doulos” di Melville, qui promosso a direttore della polizia), Gaëlle Legrand (Zep, “Noi, i Ragazzi dello Zoo di...
...Bordeaux”, la semina & percula sbirri), Antoinette Moya (la moglie di Morlaix), Fred Personne (il collega e amico di Baroni), Jacqueline Doyen (la cognata di Morlaix) e Jacques Maury (un eyeswideshuttesco avvocato Ghedini al soldo di monsieur Malmoë di BigPharma, con l’incarico di stornare Zep dal caso Lacazeaux), mentre rimane “sconosciuta” (potrebbe trattarsi di Sarah Sterling) l'affascinante venditrice di garofani.
“Non sono diventato sbirro, sono finito con l’esserlo.” - Baroni a Morlaix.
“La giustizia è come la Vergine Maria, dottore. Se di tanto in tanto non la si vede, il dubbio s’insinua.” - Baroni al dottor Lacazeaux (padre di un ragazzo morto di overdose, in cerca di vendetta fai da te).
“È commovente. Come qualcuno che ha ancora tutto da vivere. Qualcuno che si era dimenticato di respirare, ma che lo sta per fare.” - Laurence a Baroni su Morlaix.
Momento Clint Eastwood (un giovane magistrato rampante e Baroni):
- Non c’è tanto crimine, qui. Siamo a Bordeaux. Siamo piuttosto sereni. Ci piace vivere.
- Oh, sì, è vero! C’è la Garonna! E le vigne poco lontano. E poi Mauriac! È ovunque, Mauriac, eh? Solo che… ci sono anche dei minorenni che si drogano, e altri che si prostituiscono. Come dappertutto. Dei delinquentelli e dei mafiosetti, come dappertutto! E gente con una certa influenza, dei dottor Lacazeaux, come dappertutto! Quindi ci devono essere dei Baroni per ripulire tutta questa merda!
Fotografia di Didier Tarot, montaggio di Patricia Nény, musiche di Lino Léonardi. Assistente alla regìa: Claire Denis (“Mardi Après-Midi”, “Low Life”).
Più che Chabrol, consimili d’oltr’alpe: “la Donna della Domenica” (1975; Luigi Comencini, Fruttero & Lucentini, Age & Scarpelli, M.Mastroianni, J.-L.Trintignant, J.Bisset), “Doppio Delitto” (1977; Steno, Ugo Moretti, Age & Scarpelli, M.Mastroianni, U.Andress, A.Belli, M.Scaccia, G.Barra, P.Ustinov) e “Giallo Napoletano” (1979; Sergio Corbucci, Elvio Porta, M.Mastroianni, O.Muti, M.Piccoli, P.DeFilippo, R.Pozzetto, Z.Araya, Capucine, P.Barra).
Ritmo pacatamente forsennato (inizi un “Maigret” e lo porti a termine senza posarlo, mai). Lieto finale telefonato, tragico controfinale (me)no. «"Louise". "Adrienne" era sua moglie.»
[Nota a margine. Molti siti (fra i quali le pagine di Wikipedia.fr e di conseguenza, o viceversa, IMDb dedicate al film, compresa quella di MUBI) riportano Gary Craver (pornografo sotto lo pseudonimo di Robert McCallum e direttore della fotografia della Corman Factory e degli ultimi progetti documentaristici e non-fiction di Orson Welles) come co-sceneggiatore (la pagina di Wikipedia.fr dedicata a Craver addirittura lo indica come direttore della fotografia del film, mentre nella corrispettiva pagina di Wikipedia.en non v’è alcuna traccia del film in generale). Logica e buon senso al massimo fanno pensare ad un suo ruolo (svolto sotto il suddetto pseudonimo) come, ad esempio, adattatore dei dialoghi e/o ri-montatore e/o una roba simile per il mercato anglofono. Oppure ad un errore in senso totale.]
Arriva un bastimento carico di cacao e caffè. Poi riparte.
[Magari non proprio verso la (lontana, lontana) Talua vulcanica di “the Devil at 4 O'Clock” (1961; Mervin LeRoy, Liam O’Brien, Max Catto), il disaster/buddy movie che vede come protagonista un’altra strana coppia, quella composta da Spencer Tracy e Frank Sinatra. Meglio un sabbioso atollo corallino con acque infestate da squali, regolarmente tempestato da tifoni e cicloni e a rischio sommersione per l’innalzamento del livello medio delle acque oceaniche causato dal riscaldamento globale.]
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