Regia di Cristian Mungiu vedi scheda film
Mungiu continua la sua esplorazione quasi antropologica della sua Romania, paese facente parte dell'Unione Europea ma in balìa, come molti altri, specialmente dell' ex Europa dell'est, di ricadute xenofobe, ultra destre e, in generale, di un imbarbarimento civile spaventoso. In questo suo ennesimo grande film, ci racconta di un paesino della Transilvania, chiuso e retrogrado, e della sua ostilità nell'accettare dei lavoratori stranieri, dello Sri Lanka. Lo fa attraverso la figura di Matthias, emigrato rumeno in Germania, costretto a ritornare al paese natìo proprio per un episodio di razzismo che lo ha visto coinvolto come parte lesa. Perché, come ci racconta Mungiu, tutti sono stranieri e tutti sono, loro malgrado, vittime del razzismo più o meno strisciante, addirittura all'interno della stessa comunità. Figurarsi se si presentano, da regolari, tre lavoratori di un altro mondo, assunti da un'azienda panificatrice. Da qui, una discesa all'inferno, fra le solite frasi che ormai siamo abituati a sentire anche noi ("Ci rubano il lavoro", "Che stiano a casa loro", "Sono sporchi"..) ma anche tramite vere e proprie spedizioni punitive verso gli innocenti protagonisti. Un film potente, per un tema sicuramente trattato molte altre volte dal Cinema, ma che Mungiu rende reale e drammatico, penoso e irritante e che esplode in un'assemblea pubblica veramente da Terzo Reich. Una riflessione sempre necessaria, dove l'arte del Cinema finalmente filtra ancora una volta la realtà delle cose, restituendocela nuda e feroce. Peccato solo per il finale, misterioso e simbolico, che mi è sfuggito praticamente del tutto. Per il resto un film necessario.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta