Regia di Maksym Nakonechnyi vedi scheda film
Il regista ucraino Nakonechnyi incentra il suo dramma sull'orrore subito da una prigioniera di una guerra fratricida tristemente nota ed attuale.
FESTIVAL DI CANNES 75 - UN CERTAIN REGARD
La sezione Un Certain Regard di Cannes 75 accoglie un film drammatico intitolato Butterfly vision. Il film, ambientato nella tormentata Ucraina ( nei periodi precedenti l’invasione russa, risalenti ai sanguinosi scontri nel Donbass) è incentrato sui tentativi di riconquistare una serenità di vita quotidiana da parte di una soldatessa sopravvissuta a mesi di incarcerazione da parte delle truppe rivoltose di quella tormentata regione.
Il film di Maksym Nakonechnyi è incentrato sulla figura, tenace e debole nello stesso tempo, di una soldatessa ucraina esperta in perlustrazioni via drone. La donna, catturata dai ribelli del Donbass, viene finalmente rilasciata a seguito di uno scambio di ostaggi dopo mesi di detenzione e violenze presso alcuni carcerieri senza scrupoli.
Il ritorno alla quotidianità di una vita con il proprio compagno se sulla carta appare un progetto concretizzabile, allo stato pratico incontra molti inciampi, sia di carattere psicologico che materiale.
La soldatessa si ritrova incinta, dopo essere stata ripetutamente violata dai propri carcerieri, ma il proposito inizialmente maturato di abortire, subisce un improvviso cambiamento di visione, sino a decidere di partorire e di dare in adozione il bambino.
Quella decisione finisce per mettere in crisi anche la sfera sentimentale della donna, incrinando il rapporto con il suo compagno, sino a che questo, disperato dall’idea di essere lasciato farà una scelta drammatica quanto definitiva e cruenta.
La decisione di non interrompere la gravidanza, tuttavia, troverà la sua svolta definitiva proprio nel il desiderio di dare un taglio netto con un periodo di morte e violenza che ha devastato la vita e la psiche della coraggiosa e tenace protagonista.
La co-produzione ucraino/ceca/svedese e croata che ha dato vita al progetto del regista ucraino Maksym Nakonechnyi si apre proprio su visioni aeree catturate dai droni, attraverso cui ormai si svolgono e regolano i principali e più cruciali piani tattici di una guerra sempre più precisa, micidiale e studiata a tavolino.
Poi le riprese tornato a quota più terrena e compatibile con la triste realtà quotidiana, per circondarsi attorno alla vita devastata della giovane protagonista, in cura dopo le torture e le violenze subite ( molte delle quali probabilmente destinate a rimanere indelebili).
E tra i volti tormentati e complessati dal dramma del combattimento, spicca quello della protagonista Natalya Vorozhbit che riesce a rendere evidente il contrasto di sentimenti che devasta il suo personaggio. Una donna divisa e lacerata da ricordi indelebili di violenze e morte, ma anche aggrappata a quelle speranze di serenità indispensabili per cercare di lasciarsi alle spalle i tormenti subiti.
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