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I peggiori di tutti

Regia di Lise Akoka, Romane Gueret vedi scheda film

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La recensione su I peggiori di tutti

di alan smithee
7 stelle

Un film-nel-film che coltiva un nuovo realismo di borgata come fonte di ispirazione per rendere palpabile il sentimento reale su cui si poggia il racconto filmato. Facendo in modo che, per una volta anche a livello terreno, gli ultimi si trasformino in primi.

scena

Les Pires (2021): scena

Nella sezione ufficiale de Un Certain Regard di Cannes 75, si è fatto notare ed apprezzare un piccolo film opera prima: Les Pires, diretto dalle registe belghe Lise Akoka e Romane Gueret.

Un regista cinquantaquattrenne ha il progetto di esordire dirigendo un film tutto incentrato sui ragazzi di un quartiere popolare di Boulogne-sur-mer. L’uomo riesce  a smussare la diffidenza degli abitanti del posto che vedono in quel film un veicolo per concentrare ancora ulteriore pubblicità negativa che possa affossare un quartiere già caratterizzato da diverse problematiche.

La cosa che poi farà ancora più scalpore è la decisione intransigente del regista di avvalersi, tra gli interpreti protagonisti anche di ragazzi  afflitti da problemi comportamentali o da lentezze di apprendimento.

Il cineasta riesce ad intravedere in loro quella scintilla di realismo che, a suo modo di vedere, potrebbe costituire la differenza e dare originalità e vitalità al proprio racconto filmato.

Le riprese inizieranno tra le mille problematiche legate, da una parte, al carattere ostentato e spesso fuori controllo dei prescelti e dall’ inesperienza inevitabile che li contraddistingue nell’improvvisato ruolo di attori,  dall’altra dalla difficoltà di renderli spontanei facendoli concentrare, con le giuste tecniche, per trar fuori quell’ innata naturalezza espressiva che ostentano nel loro reale approccio con la quotidianità.

scena

Les Pires (2021): scena

Johan Heldenberg

Les Pires (2021): Johan Heldenberg

Nato dall’ esperienza che le medesime registe vissero in precedenza (incaricate di scegliere un casting composto appunto da giovani ragazzi),  Les pires è un cinema sul cinema che parla di bambini e del loro rapporto con la settima arte oltre che con la complessa realtà che li circonda e li porta spesso allo sbando.

Il film si concentra sui tentativi del regista, conscio dell’appeal marcato ma incontrollato dei prescelti dinanzi alla macchina da presa, di trar  fuori la verve nascosta che i giovani possiedono senza esserne consapevoli, incontrando spesso difficoltà inimmaginabili tra ribellioni degli stessi giovani, stress e tempi di produzione stringati che incalzano.

Il più evidente ed innegabile pregio di questo riuscito Les pires, è senza dubbio la capacità del film di evitare ogni approccio patetico rispetto alle storie (vere) che i singoli protagonisti si portano dietro in modo inscindibile.

Il film riesce a trovare nell’ improvvisazione, e nella fluidità di un montaggio assai accurato, gli elementi vincenti per regalare le corrette emozioni, senza traviare nella melensaggine uno studio introspettivo accurato dei tre personaggi principali che prendono il sopravvento nella vicenda.

Come unico attore professionista, riconosciamo, nel ruolo dell’intraprendente e anche un po’ circospetto regista, il bravo attore Johan Heldenbergh che molti probabilmente ricorderanno come protagonista del premiato film drammatico Alabama Monroe, di Felix Van Groeningen.

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