Regia di Lukas Dhont vedi scheda film
Assolutamente da non perdere questo secondo film del trentenne (!) regista Lukas Dhont, sublime e folgorante. Mi accingo a scriverne una recensione con la finalità di spronare i (non so quanti siano) lettori di fim.tv.it ad andare in sala perché non va lasciato sfuggire. Considerato anche che le altre due opinioni presenti nel database sino alla data odierna – 06/01/2023 – a mio modesto parere (ma non solo direi) non rendono pienamente giustizia alla qualità di quest’opera, non me ne vorranno gli utenti port cros (positiva ma che viaggia sull’onda del buono) e men che meno quella di alan smithee (che gli attribuisce una mera sufficienza, stento quasi a crederci…).
Quindi devo rimediare e riportare la questione sui giusti binari.“Close” è un film eccellente. Non lo dicono solo la critica unanime e compatta, il pubblico strabiliato (ho visto bene le espressioni degli spettatori in uscita dalla sala), i successi festivalieri e i premi vinti (tra cui il Gran Premio Della Giuria a Cannes), è proprio un film di ottima fattura, è pacifico. Sarà probabilmente per questo che Lucky Red sta facendo lo sforzo di distribuirlo anche qui in Italia, solo una cinquantina di sale per ora, ma chissà. In Veneto nel momento in cui scrivo il film è presente al Multiastra di Padova (peccato nella piccola sala d’essai) all’Edera di Treviso e avrebbe dovuto esserci, già previsto, anche a IMG Cinemas di Venezia, se non fosse inspiegabilmente slittato al 12/01.
E’ la storia di un’amicizia profonda, quella di Léo e Rémi, due tredicenni che fin dai primi anni di vita condividono tutto, passano tantissimo tempo insieme, tra giochi e passioni comuni. I primi giorni di scuola media tuttavia, la loro amicizia viene “minata” da alcune insinuazioni dei compagni di classe, che esplicitamente chiedono loro se sono una coppia, tra battutine e risatine che possono destabilizzare. Mentre Rémi sembra poco preoccupato della cosa, Léo tende a cambiare le proprie abitudini e attività allo scopo di inserirsi maggiormente nel gruppo. E qui mi intendo assolutamente fermare, è un film che va visto e non letto né raccontato.
Sta di fatto che lo spettatore da questo momento in poi viene lasciato in uno stato continuo di dubbio, incertezza, paura. Gli eventi successivi portano precipitosamente al dramma, con spruzzi di thriller psicologico. Lo spettatore segue con empatia il protagonista Léo e la sua difficoltà ma anche esigenza di appartenere a un gruppo cui sente di non assomigliare del tutto, e a soddisfare le aspettative. E, poco più che bambino, a perdere l’ingenuità fanciullesca e acquisire una corazza che diventa sopravvivenza in una società machista in cui una carezza tra due ragazzi viene subito processata. Quanto sarebbe bello se questo film lo vedessero tutti gli studenti in tutte le scuole.
La caratterizzazione degli ambienti, delle famiglie dei ragazzi - l’una più modesta e operativa nell’ambito della floricoltura, e l’altra più cerebrale - l’ambiente scolastico: tutto è autentico, ben delineato, credibile. Niente stona. Merito della regia ma anche degli attori – tutti – che fanno un lavoro eccellente, i tredicenni Léo (Eden Dambrine) e Rémi (Gustave De Waele) in particolare sono a dir poco superlativi, ma non solo.
In linea generale a me un film piace se mi stupisce, mi inquieta, mi fa riflettere, mi fa pensare. E “Close” mi è piaciuto moltissimo. Voto (da 1 a 10): 8.
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