Regia di Kirill Serebrennikov vedi scheda film
Film sontuoso del regista russo Serebrennikov, che narra la storia, per certi versi terrificante, della moglie di Tchaikovsky, il più grande compositore russo, ovvero tale Antonina Miljukova. Costei si innamora follemente di lui e sacrifica tutta la sua vita nel suo nome, pur venendo rifiutata dal grande compositore che la sposò per coprire la sua omosessualità. Melodramma densissimo, potente e scuro, con un'attrice strepitosa, Alena Michajlova, che incarna tutto il dolore, la rabbia e la solitudine di una donna sola in un ottocento cupo e maschilista. La sua lotta, dettata esclusivamente dall'amore incondizionato per il marito, la porterà lentamente alla pazzia, a cui cederà la vita in un manicomio, nel 1917. Serebrennikov gira un film rigoroso ma anche, a tratti, moderno, con i suoi movimenti di camera circolari e continui, quasi ad avvolgere ogni personaggio sullo schermo e trasforma la sua opera cambiando la luce che dilaga chiara all'inizio per poi lentamente scurirsi mano a mano che la vicenda s'intorbidisce e il dolore di Antonina diventa insopportabile. Seppur girato molto in interni, riesce a catturare quella che doveva essere l'atmosfera del tempo, fra San Pietroburgo e Mosca, restituendocela tutta. Un'opera che se non fosse per l'assurdo embargo intellettuale nei confronti della Russia attuale, avrebbe meritato ben più di un Oscar. Ma si sa, Serebrennikov o la Michajlova non sono certo Scorsese o la Kidman. Straziante quasi come "Le Onde Del Destino".
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