Regia di Tarik Saleh vedi scheda film
Politica e religione nel caos di potere dell'Egitto contemporaneo. Si 'scrive' thriller ma si 'legge' dramma esistenziale di una nazione... VOTO 7,5 LABIRINTICO
Labirintico thriller politico dal ritmo costante e ipnotico, il soggetto quanto mai interessante apre l'ennesimo squarcio sull'Egitto contemporaneo, spaventando per la fragile ma allo stesso tempo solida struttura del potere, capace d'ingurgitare chiunque in una spirale di violenza e ingiustizia. E il pensiero non può che andare al caso Regeni, in questa melma di poteri 'deboli', tutti impegnati a resistere e mantenere l'egemonia, sacrificando la vita delle persone e il destino di un paese intero. Agghiacciante per tutta la durata forse il film cede qualcosa nell' happy end (preferisco quello 'perso' e pessimista di Omicidio al Cairo), comunque accettabile e coerente, come coerente è lo stile a tratti giustamente severo e asciutto al servizio di una storia politica e spirituale piena di possibili spunti da approfondire. Interessante e non così digeribile e chiaro ad uno sguardo superficiale specialmente nell'ultimo scontro verbale chiarificatore, dove la conoscenza non solo del pensiero musulmano ma anche della storia del 'primo' Islam è fondamentale. Tarik Saleh si conferma un firma di livello.
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