Regia di Tarik Saleh vedi scheda film
75° FESTIVAL DI CANNES 2022 – IN CONCORSO
Adam, il figlio di un umile pescatore, viene ammesso con borsa di studio all'università islamica Al Azhar de Il Cairo, la più prestigiosa e autorevole del mondo mussulmano. Un misterioso personaggio chiamato Colonnello Ibrahim gli chiederà di prendere il posto come informatore di un collega di studi brutalmente assassinato e sorvegliate la presenza dei Fratelli Musulmani all'interno dell'università. Il ragazzo si troverà al centro di intrighi e complotti per nominare un nuovo Grande Imam vicino al regime di Al-Sisi.
Il regista egiziano-svedese Tarik Saleh realizza un thriller dai risvolti politici à la John Le Carré , ove condanna l'ipocrisia di un'istituzione religiosa infiltrata e asservita dal potere politico. Mi sembra però abbia affrontato un progetto troppo ambizioso per i mezzi limitati a sua disposizione: a parte le scene ambientate nella monumentale università (girate in realtà in una storica moschea di Istanbul, mai un film tanto critico del potere politico e religioso avrebbe avuto i permessi per essere girato in Egitto) il film presenta scenografie troppo spoglie per rappresentare le sale dei palazzi del potere dove si ordiscono gli intrighi dei potenti: sembra a volte che i notabili del regime si riuniscano in negli scantinati. Suscita anche perplessità , né la sceneggiatura riesce a rendercelo credibile, che un informatore di basso livello quale Adam finisca per giocare un ruolo così determinante nella selezione del nuovo Grande Imam. A livello di sceneggiatura, a parte l'indubbio interesse suscitato dall'ambientazione inedita per il pubblico occidentale, mancano quell'approfondimento psicologico del protagonista e abilità narrativa nel gestire l'intreccio che eleverebbero Boy From Heaven al di sopra del thriller di medio mestiere.
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