Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 75 - CONCORSO - Premio per la Migliore Interpretazione Maschile a Song Kang-ho
La famiglia è da sempre uno dei centri focali dell'arte di raccontare storie attraverso il cinema da parte del celebre e raffinato regista Hirokazu Kore-eda, che nel maggio scorso è tornato a Cannes in Concorso, presentando il suo intenso e toccante Broker.
Una vicenda che inizia come un giallo: Una giovane abbandona il proprio figlio primogenito appena nato dinanzi ad una botola di un istituto di accoglienza per giovani orfani. Anziché infilarlo nella apposita fessura, la donna lascia l'infante per terra, al riparo dalla pioggia, e visibile da parte di chi accede all'istituto.
La piccola creatura viene recuperata poco dopo da due impiegati alla vigilanza che, anziché informare l'organizzazione, decidono di prelevare loro stessi l'infante, per poterlo rivendere alle coppie interessate, cercando di lucrare un prezzo cospicuo, consono al crimine che stanno commettendo.
Il caso vuole che, durante il viaggio verso Seoul, alla coppia di trafficanti si riunisca anche la madre naturale più uno sveglio bambino pure lui orfano, mentre alle loro calcagna si pongono due detective in borghese, impegnati a sbaragliare da tempo la rete di adozioni clandestine che si sviluppa in quei luoghi.
La caratteristica che spesso contraddistingue la cinematografia di Kore-eda, e che non esenta questa sua ultima avventura cinematografica, è il fatto di non creare abissi tra buoni e cattivi, ma di riuscire a sfaccettare i vari personaggi, ravvivandone l'umanità sino al punto da azzerare, o comunque mettere da parte, quel gesto terribile che li ha contraddistinti dal momento in cui hanno intrapreso quel commercio deplorevole di innocenti.
Il gran regista riesce pertanto a sfaccettare i suoi protagonisti, sino a renderli padroni di una umanità che, in qualche modo, finisce per metterne in luce caratteristiche umane pronte a riabilitare ognuno di essi.
Tra i personaggi coinvolti, il premiato famoso attore di Parasite e The host, Song Kang-ho, si prende carico di trasformare il personaggio sulla carta più meschino e immondo, in una figura dolente piena di sensibilità, che matura e si sfaccetta durante il corso della vicenda, fino a risultare pure lui vittima di una situazione familiare tutta traumi e soluzioni imposte e sofferte.
Nel ruolo della integerrima detective donna che si lancia all'inseguimento dei due criminali, possiamo riconoscere un'altra star di prima grandezza del cinema giapponese, ovvero la bravissima Bae Doona, già protagonista eccezionale del bellissimo ed eccentrico Air Doll del 2009.
Broker, coproduzione tra Giappone e Corea del Sud, ci fa ritrovare nuovamente un Kore-eda in forma, ma nuovamente fuori dalla propria patria, dopo l'avventura tutto sommato riuscita di Le verità, completamente girato in Francia nel 2019 con un cast eterogeneo ed internazionale.
Le ragioni di questa sua nuova avventura fuori patria si riconducono principalmente al fatto che in Corea la gestione della prassi adottiva presenta meno rigore rispetto a quella giapponese, potendo rendere più realistico il fulcro narrativo che sta alla base di tutta la vicenda.
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