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Forever Young

Regia di Valeria Bruni Tedeschi vedi scheda film

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La recensione su Forever Young

di barabbovich
4 stelle

Théâtre des Amandiers di Nanterre, metà anni Ottanta. Stella (Tereszkiewicz) ha appena superato l'esame da attrice ed è entrata alla corte di Patrice Chéreau (Garrel) e Pierre Romans (Lescot). Con lei, tra gli altri, c'è anche Etienne (Bennacer), il tossico del quale la giovane si innamora.
Tra promiscuità, droga, un'escursione a Broadway, amore saffico, la corsa dell'AIDS, al suo quinto film da regista Valeria Bruni Tedeschi riesce a inanellare ogni possibile luogo comune. Girato con pellicola sgranata e desaturata che fa tanto effetto d'antan, il suo, ancora una volta, è un film situazionista e vitalistico, smaccatamente autoreferenziale (Stella, l'agiatissima protagonista con tanto di maggiordomo in casa, è il suo evidente alter ego), nel quale tutto sembra girare intorno alla ricerca di possibili quanto programmatiche scene madri costruite per spargere acuti in un film terribilmente monotono, dal quale emerge un mondo di persone votate al solipsismo, dove solo le figure periferiche (il maggiordomo, il custode del teatro) sembrano esprimere una qualche forma di normalità.

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