Regia di Jun Geng vedi scheda film
FAR EAST FESTIVAL 24 - IN COMPETITION
"-Dovresti cambiarti. Puzzi come un diesel.
-E tu come un tè di lusso".
La vendetta è un piatto che va servito freddo, come ci insegna il titolo del western di Squitieri. Nella Cina brulla e nevosa del Nord-Est, ove il territorio appare snaturato dagli scavi dell'industria mineraria, che la natura tenta di celare con candide nevicate, un macchinista di miniera vive le sue storie extraconiugali clandestine anche alla soglia della nascita del primo erede.
La moglie intanto gli preannuncia che la prossima nascita non permetterà di mantenere in casa l'adorato pastore tedesco, e pertanto l'uomo, rassegnato, cerca di trovargli un nuovo padrone.
Preoccupato
che gli interessati ad acquistarlo lo utilizzino per cibarsene (non a caso glielo valutano a peso), decide malauguratamente di affidarlo ad un suo amico imprenditore edile, indebitatissima dopo aver bidonato tutto il villaggio con una speculazione edilizia ridottasi ad una truffa.
Per ingraziarsi gli strozzini, l'uomo utilizza la povera bestia per uno stufato da offrire ai creditori.
A quel punto il padrone, scoperta la fine del cane medita vendetta, come la meditano gli abitanti del luogo rimasti fregati, e come la medita la moglie del protagonista, quando trova capelli di donna impigliati nel cappotto del marito.
Alla fine però anche il sentimento della vendetta viene accantonato da tutti, sostituito da un sentore di pietà che deriva da un dolore assoluto che pervade ognuno, e che spinge a guardare avanti, a sopravvivere, come la tigre della Manciuria che viene imprigionata nello zoo per essere protetta, e vivere dunque una vita senza senso, ma sicura e duratura.
"La tigre è in gabbia per poterla proteggere, amare ed ammirare", spiega un nonno alla nipotina, ed il film, attraverso l'inquietudine dolorosa dei vari personaggi solitari, poco affidabili e bizzarri coinvolti, ci vuol comunicare che ogni uomo in fondo è come la tigre: prigioniero della propria condizione, ma anche poco propenso ad abbandonate la gabbia che imprigiona e insieme protegge dalle insidie in agguato.
Al di là di qualche passaggio un po' fumosi, Manchurian Tiger è un film dalle splendide riprese che ricordano, a tratti, lo stile duro ma affascinante del cinema di Jia Zhangke.
Protagonista un grande interprete, Zhang Yu, visto in A cool fish, Dying to survive e An elephant sitting still del compianto Hu Bo.
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